IL PRESIDENTE DEL SENATO

Inchiesta hacker, La Russa: "Disgustato, capire chi spia e perché"

Il presidente del Senato, tra i personaggi pubblici finiti nella rete dell'agenzia di investigazioni di Enrico Pazzali, si dice "stupito più che allarmato"

28 Ott 2024 - 10:53

Ignazio La Russa, in merito all'inchiesta hacker, si dice "stupito più che allarmato" e "disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la 'colpa' di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati". Il presidente del Senato è tra i personaggi pubblici finiti nella rete degli hacker della Equalize, l'agenzia di investigazioni di Enrico Pazzali che avrebbe redatto migliaia di dossier abusivi. "L'unica cosa che mi premerebbe sapere - sottolinea - è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia. È ora di capire chi spia e perché".

"Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data - spiega La Russa a Il Corriere della Sera -. Non è di area Fratelli d'Italia, ed è noto che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano dal mio partito e tanto meno da me. Ma mai avrei immaginato che potesse fare una cosa del genere. Non sapevo nemmeno che avesse una società che si occupa di queste cose".

Il presidente del Senato tenta di darsi risposte sui motivi del dossieraggio: "Mi vengono in mente in generale due spiegazioni. La prima è quella delle relazioni. In questo Paese, da tempo, ma oggi ancora di più, c'è una ricerca spasmodica di avere appunto relazioni con persone che contano. Non sempre per un immediato vantaggio, ma per prepararsi eventualmente il campo, o farsi aprire porte".

Ma per La Russa a contribuire a creare un clima di sospetti e indagini "personali" è anche "un certo tipo di inchieste, di trasmissioni televisive" che "costruiscono tesi e teorie, storie che a volte si basano sul nulla, ma contro le quali non c'è diritto di difesa". La Russa non dice se questa attività di dossieraggio sia collegata a un tipo di giornalismo di inchiesta ma afferma che "il clima generale preoccupa, molto più del caso personale. E dovrebbe preoccupare tutti, non solo chi finisce sotto la lente di gente che non si capisce da chi sia manovrata".

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