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In un colloquio con i giornalisti alla vigilia degli Stati generali il premier ha anche parlato del suo futuro politico negando di star progettando un suo partito: "Sarebbe una follia"
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I magistrati bergamaschi hanno ascoltato a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte come persona informata sui fatti in merito all'inchiesta della procura di Bergamo sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro. I pm vogliono capire se spettava istituirla al governo o alla Regione o a entrambi, se ci siano o meno responsabilità penali. "Ho agito in scienza e coscienza", ha detto Conte prima dell'incontro.
Giuseppe Conte, in un colloquio con i giornalisti alla vigilia degli Stati generali, riportato da diversi quotidiani, ha fatto il punto della situazione: dal piano per la ripartenza, che "prima deve essere presentato alle parti sociali e alle imprese", all'inchiesta della procura bergamasca, passando anche dal tema del suo futuro politico.
Zona rossa, "ho agito in scienza e coscienza" "Ho agito in scienza e coscienza", ha detto il premier rispondendo di no a chi domandava se oggi, alla luce di quanto accaduto, avrebbe istituito la zona rossa ad Alzano e Nembro. "Mi sono reso subito disponibile, doverosamente, per informare il pm di tutte le circostanze di mia conoscenza", ha quindi aggiunto.
"Non farò un mio partito" Quanto all'ipotesi che circola da diversi giorni circa un possibile partito di Conte, il premier ha spiegato di essere "qui non per interessi personali, per coltivare un mio partito e favorire amici e conoscenti, ma per questo servizio. Un incarico che ha assunto un rilievo gravoso per l'emergenza. Sarebbe folle dedicare anche solo un millesimo di energia a questi pensieri".
"Abbiamo un piano per ripartire, prima lo presenterò a parti sociali e imprese" "Il nostro Recovery plan lo presenteremo a settembre, ma già oggi stiamo lavorando a un piano di rilancio più ampio che sarà condiviso da tutti i ministri e da tutte le forze di maggioranza e che presenteremo alle forze produttive e sociali che da sabato incontreremo. Un appuntamento che non sarà una sfilata, una kermesse, ma sarà un confronto nel merito per arrivare a uno sforzo collettivo di condivisione che servirà anche ai governi successivi. Un piano che avrà una forza incredibile, che sarà piu' ampio di quello che presenteremo alla Ue e che certamente farà suoi tanti spunti contenuti nelle proposte della task force di Colao, che ha fatto un grandissimo lavoro".
Stati generali, "tornerò a invitare le opposizioni al confronto" Sul piano del confronto con le opposizioni, nonostante il no ricevuto agli Stati generali, il presidente del Consiglio non si arrende e si è detto pronto a rinvitare il centrodestra. "Le opposizioni - ha detto - hanno rifiutato un invito che nascondeva un riguardo particolare: avevo previsto un intero pomeriggio per loro prima dell'inizio dei lavori. Mi è stato detto che non va bene la sede ma sono incorsi in un infortunio: Villa Pamphili è una sede istituzionale in cui sono stati incontrati tanti capi di Stato".
"Prendo atto della loro scelta - ha aggiunto -. Ma all'esito del confronto con le parti sociali, tornerò a proporre un incontro confidando che abbiano maturato una posizione diversa". Sulle critiche sulla tempistica degli Stati Generali, visti come una fuga in avanti, anche all'interno della maggioranza, Conte ha ripsoto: "non lo è, e in ogni caso la situazione del Paese è tale che questa iniziativa è davvero urgente, è necessario farla in modo condiviso e coinvolgente".