L'automobilista è stato iscritto nel registro degli indagati. I soccorsi si sono rivelati inutili perché l'impatto è stato violentissimo. I due erano sposati da otto mesi
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Due ciclisti, il 47enne Marco Torcianti e la moglie Sara Ragni (36 anni), sono morti a Senigallia (Ancona) lungo la statale 16, investiti da un'automobile. L'incidente è avvenuto all'altezza del quartiere Ciarnin, vicino a un distributore di metano. L'automobilista, un neopatentato, si è fermato e ha allertato i soccorsi. Successivamente è stato iscritto nel registro degli indagati Sul posto sono giunti la polizia stradale e il 118. Per le due persone travolte non c'è stato però nulla da fare. La coppia, sposata da soli otto mesi, era residente a Polverigi (Ancona).
Nell'incidente sono rimaste coinvolte anche altre due vetture. A bordo di una di queste c'era un bambino, trasportato per controlli all'ospedale di Senigallia.
L'impatto è stato talmente violento da rendere difficile il riconoscimento dei ciclisti, che non avevano documenti. È stato recuperato solo un cellulare e il gps di una delle due biciclette, un modello in carbonio acquistato in un negozio specialistico di Pianello di Ostra (Ancona). Il cellulare, nelle mani della polizia stradale di Ancona, ha poi squillato. Era un amico dei due che ha fornito indicazioni sulla loro identità.
Sono stati trasportati in ospedale anche il conducente e il passeggero dell'auto investitrice. Questa procedeva in direzione nord, mentre le vittime in direzione sud. La vettura avrebbe invaso la corsia opposta, travolgendoli frontalmente. La dinamica dell'incidente non è ancora però del tutto chiara. Sembra che l'auto abbia travolto la coppia di ciclisti per poi impattare contro altri mezzi in transito.
La Procura di Ancona aprirà un fascicolo per omicidio stradale. Neopatentato, il giovane è risultato negativo all'alcoltest. Dai primi rilievi è emerso che non sarebbe stata l'alta velocità a far perdere il controllo del veicolo. Nel tratto di strada interessato all'incidente, un rettilineo, il limite è di 70 chilometri orari. Il giovane potrebbe aver dovuto evitare un altro veicolo, essere stato distratto o aver avuto un colpo di sonno. Di sicuro è finito nella corsia opposta centrando le vittime. Proseguono però le indagini, con gli inquirenti che hanno analizzato le tracce sull'asfalto e raccolto le testimonianze di tutte le persone coinvolte.