Come riferisce l'Istituto superiore di Sanità, ammontano a 588 i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva
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Da settembre 2017 il virus dell'influenza ha provocato la morte di 112 persone, tra cui undici bambini sotto i 14 anni. Lo riferisce l'Istituto superiore di Sanità, sottolineando che ammontano a 588 i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva. Fra questi ci sono stati anche due donne in gravidanza decedute. In particolare, nella settimana dal 5 all'11 febbraio sono stati segnalati 12 casi gravi e un decesso.
Gli 11 bambini e ragazzi con meno di 14 anni deceduti presentavano tutti condizioni di rischio. Diversamente dallo scorso anno, i livelli di mortalità negli ultrasessantacinquenni sono invece al di sotto dell'atteso. Sono però, precisano gli esperti, numeri sottostimati perché riguardano solo i casi in cui l'influenza e' stata confermata da esame di laboratorio.
Spesso sottovalutata, l'influenza uccide principalmente perché può provocare una polmonite virale primaria, quando il virus influenzale arriva direttamente ai polmoni e può essere letale, soprattutto per persone con condizioni di rischio preesistenti, come malattie cardiache e malattie respiratorie croniche. Ma può anche uccidere per le conseguenze che provoca, indebolendo l'organismo e rendendolo più esposto a infezioni batteriche, come la polmonite da pneumococco.
Secondo l'ultimo bollettino Influnet dell'Istituto superiore di Sanità, complessivamente si è arrivati a 6,7 milioni di casi da inizio stagione, di cui 534mila nell'ultima settimana (in quella precedente erano stati 649mila). In base ai dati inviati dai 780 medici sentinella, il livello di incidenza nella settimana tra il 5 e l'11 febbraio è stato di 27,8 casi per mille assistiti nei bambini sotto i cinque anni, e di 13,8 tra 5 e 14 anni. Nei giovani adulti l'incidenza è scesa invece a 7,6 casi per mille assistiti e a 3,6 negli anziani.
Dati che permettono di dire agli esperti dell'Iss che questa stagione influenzale è paragonabile a quella del 2004-2005 e del 2009-2010. In sette regioni - Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Toscana, Umbria, Lazio e Puglia - il livello di incidenza è sceso sotto la soglia di "bassa intensità", pari a otto casi per mille assistiti.