IL GIALLO DEL CORPO MAI TROVATO

Isabella Noventa, rinvenuti resti umani a Marghera: ora l'esame del Dna

Il medico legale ha stimato che il corpo scoperto era lì da sette anni, proprio quando la donna è scomparsa

08 Feb 2023 - 11:08
 © ansa

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Il giallo di Isabella Noventa a una svolta: i resti umani scoperti negli scorsi giorni a Marghera (Venezia) potrebbero appartenere alla donna uccisa il 15 gennaio 2016 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. Ora si attende l'esito dell'esame del Dna disposto dalla procura. Il fratello Paolo: "Spero sia lei ma non mi faccio illusioni, nessuno di noi familiari ha avuto comunicazioni in merito a questo ritrovamento

I resti umani sono stati rinvenuti il 30 gennaio da alcuni operai impegnati in una zona abbandonata a ridosso dell'area industriale di Porto Marghera. Del corpo sono stati trovati cranio, femore, bacino e alcune ossa della cassa toracica e della spina dorsale. Oltre alle ossa sono stati rinvenuti anche brandelli di vestiti, un orologio e due scarpe.

Le scarpe e l'orologio

  Le scarpe ritrovate accanto allo scheletro di Marghera sono di marca "Vans" e hanno delle caratteristiche che non coincidono con quelle che indossava la donna la sera in cui è stata uccisa a partire dalla misura: Isabella portava il 35 o il 36, le calzature ritrovata invece sono un 38. L'orologio invece è un modello in metallo di scarso valore commerciale. La Noventa, secondo quanto riferisce il fratello, era una collezionista di orologi ma non era solita indossarli se non eccezionalmente un modello della marca Rolex.

Il processo

 Il processo per l'omicidio di Isabella Noventa si è chiuso a novembre 2020 con la sentenza di Cassazione che ha confermato le condanne dei tre assassini. Freddy Sorgato, il fidanzato della Noventa e l'ultimo ad averla vista ancora in vita, è stato condannato a 30 anni di carcere. Stessa pena per la sorella Debora Sorgato. Entrambi sono stati condannati per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, soppressione e distruzione di cadavere. Condannata a sedici anni e dieci mesi di reclusione invece Manuela Cacco, accusata di concorso negli stessi reati, atti persecutori e simulazione di reato.

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