dati in aumento

Istat, quasi mezzo milione di italiani emigrati nel triennio 2022-24

Secondo l'Istituto di statistica solo nel 2024 sono 191mila le persone che hanno lasciato l'Italia, dato in aumento rispetto al 2023

07 Apr 2025 - 17:25
 © Ansa

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Quasi mezzo milione di italiani sono emigrati nel triennio 2022-2024. La fotografia scattata dall'Istat rileva una lenta erosione demografica nel nostro Paese, che ha subito anche un calo delle nascite. Un fenomeno lento e inesorabile che ha subito una accelerazione dopo la pandemia. Nel 2024 infatti i residenti che hanno "lasciato" l'anagrafe per andare oltre confine sono stati 191mila, in aumento del +20% sul 2023 quando gli emigrati all'estero erano stati 158mila, facendo così registrare il valore più elevato finora osservato negli anni Duemila.

Emigrati stabili

 L'aumento - fa sapere Istat - è per lo più dovuto all'impennata di espatri di cittadini italiani (156mila, +36,5% rispetto al 2023) che si dirigono prevalentemente in Germania (12,8%), Spagna (12,1%) e Regno Unito (11,9%), mentre circa il 23% delle emigrazioni degli stranieri è riconducibile al rientro in patria dei cittadini romeni. Quelli rilevati dall'Istat, scrive il Sole 24 Ore, sono inoltre cittadini che hanno deciso di stabilirsi all'estero in maniera stabile.

Demografia, i Paesi verso cui emigrano gli italiani

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La mappa dei territori dove è presente un forte tasso migratorio

 Nel biennio 2022-23 oltre la metà degli espatri ha origine nel Nord (52,7%): in particolare sono partiti dal Nord-ovest del Paese complessivamente circa 61mila italiani (29,6% degli espatri) e dal Nord-est 48mila (23,2%). Numerose anche le partenze dal Sud (in totale 41mila nel periodo 2022-23, 19,8%) e dal Centro (35mila, 16,7%), mentre dalle Isole hanno espatriato in due anni complessivamente 22mila italiani (10,7%). Il tasso di emigratorietà degli italiani, che nel 2021 era pari all'1,7 per mille, nel 2022 all’1,8 e nel 2023 al 2,0 per mille, testimonia una lieve ripresa della propensione a espatriare: si registrano tassi superiori alla media nazionale al Nord (mediamente 2,2 per mille nel biennio 2022-23) e inferiori al Centro-sud (1,7 per mille). Nei due anni 2022-23 la distribuzione degli espatri per regione di provenienza è eterogenea: i tassi più elevati si hanno in Trentino-Alto Adige, grazie anche alla posizione geografica di confine che facilita gli spostamenti con l’estero (3,4 per mille nel biennio 2022-23). Seguono Molise, Valle d'Aosta e Veneto con tassi superiori al 2,5 per mille. Le regioni con tassi più bassi sono invece Puglia, Campania e Lazio (valori pari a 1,3 per mille). A livello provinciale, i tassi più elevati si rilevano a Bolzano (4,5 per mille), Treviso (3,4 per mille) e Mantova (3,1 per mille); quelli più bassi si registrano nelle province di Caserta, Taranto e Barletta-Andria-Trani (1,1 per mille).

In un decennio 352mila giovani hanno lasciato l'Italia

 "Nel decennio 2013-2022 sono costantemente aumentati i giovani italiani che hanno trasferito all'estero la residenza; molto meno numerosi sono stati invece i rientri in patria. In tale periodo, di oltre un milione di cittadini espatriati, un terzo (352mila) aveva un'età compresa tra i 25 e i 34 anni e, tra questi, oltre 132mila (37,7%) erano in possesso della laurea al momento della partenza". Lo ha spiegato il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, pochi giorni fa in audizione alla Camera. "D'altro canto, i rimpatri di giovani della stessa fascia d'età sono stati circa 104mila, di cui oltre 45mila laureati: la differenza tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativa e restituisce una perdita complessiva per l'intero periodo di oltre 87mila giovani laureati. In particolare, nel solo 2022, il saldo è negativo nella misura di 12mila individui; nello stesso anno i giovani laureati emigrati si sono diretti prevalentemente in Germania (3mila) e nel Regno Unito (2,6mila)", ha detto ancora il presidente.

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