Il Report però confina l'Italia come uno tra i Paesi peggiori d'Europa. I laureati crescono lentamente, mentre la voglia dei nostri giovani di lavorare è più elevata di quella dei coetanei europei
Nuovo Report dell'Istat sui livelli di istruzione in Italia © istockphoto
Secondo l'ultimo Report Istat sui livelli di istruzione durante il 2019 l'Italia conta un numero maggiore di donne laureate (22,4%) rispetto agli uomini (16,8%). Un dato che si fa notare anche all'interno dell'Europa. Insieme alla Spagna, l'Italia è tra i maggiori paesi europei dove il livello di istruzione femminile è sensibilmente maggiore rispetto a quello maschile. Nonostante questo, il nostro Paese è risultata tra gli ultimi paesi in Europa per livello di istruzione. Dopo solo Spagna, Malta e Portogallo.
Vantaggio femminile a scuola ma non al lavoro - Nell'ultimo anno le donne con almeno un diploma sono quasi i due terzi del totale, con una quota di circa cinque punti percentuali superiore a quella degli uomini. Un vantaggio femminile che si riscontra al liceo come all'università dove, rispetto alla media europea, il vantaggio femminile è ancora più marcato. L'importanza del diploma si ritrova poi nel lavoro. Le donne con un diploma hanno un tasso di occupazione di 25 punti superiore alle coetanee con un livello di istruzione più basso. Mentre le laureata superano le donne diplomate di 16,6 punti (scarto di oltre tre volte superiore a quello maschile).
Eppure, nonostante i livelli di istruzione più elevati, il tasso di occupazione femminile è ancora molto basso rispetto ai colleghi. I dati segnano infatti il 56,1% contro al 76,8% degli uomini. Un divario che risulta molto marcato rispetto alla media europea, ma che si riduce all'aumentare del livello di istruzione: una differenza del 31,7% tra donne e uomini con titolo secondario, del 20,2% tra i diplomati e dell'8,2% tra i laureati.
Istruzione italiana tra le peggiori d'Europa, lenta la crescita dei laureati - L'Italia risulta tra i paesi peggiori in Europa a livello di istruzione. Dopo solo Spagna, Malta e Portogallo. Nel Bel Paese il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha almeno il diploma contro l'86,6% in Germania, 80,4% in Francia e 81,1% nel Regno Unito. Lenta anche la crescita dei laureati rispetto agli altri paesi dell'Unione con l'aumento di soli +0,3 punti nell'ultimo anno e di +2,7 nel quinquennio.
Giovani tra 25-34 i più istruiti, molti però abbandonano ancora gli studi - In Italia i giovani tra i 25 e i 34 anni risultano tra i più istruiti del resto della popolazione. Nel 2019 l'Istat ha rilevato che almeno il 76,2% di loro avesse un diploma di scuola secondaria, contro il 68,3% dei 35-44enni, del 57,7% dei 45-54enni e la metà dei 55-64enni. La bassa quota di giovani con un titolo terziario risente anche della molto limitata disponibilità di corsi terziari di ciclo breve professionalizzanti erogati dagli Istituti Tecnici Superiori.
Tra i giovani però è ancora alto il livello di coloro che decidono di abbandonare precocemente gli studi (ELET - Early Leavers from Education and Training). Tra questi solo uno su tre risulta occupato (35,4%) contro il 46,6% a livello europeo. Di contro, la voglia di lavorare degli ELET italiani è più elevata dei colleghi europei, dove solo uno su tre sembra intenzionato a immergersi nel mondo del lavoro.
Al Sud -31% di laureati occupati rispetto al Nord - Nel Mezzogiorno un quinto dei giovani è laureato (21,2%) contro l'oltre 31% del Nord e del Sud, dove la differenza è di solo 0,1 punto percentuale. Secondo il rapporto, poco più della metà degli adulti ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore e nemmeno uno su sei ha raggiunto un titolo terziario. Le differenze tra Nord e Mezzogiorno nella transizione scuola-lavoro restano molto forti, a causa anche dei titoli di studio più elevati. Il tasso di occupazione tra i laureati delle regioni meridionali è 31 punti inferiore a quello del Nord. Il tasso di disoccupazione è 23,2 punti più elevato mentre quello di mancata partecipazione è di 32,6 punti superiore.
Stranieri poco istruiti e occupati - Nel 2019 solo il 47,3% degli stranieri ha conseguito almeno il diploma mentre solo il 12% una laurea o un titolo terziario. Contro, rispettivamente, al 64% e al 20,6% degli italiani. Una differenza che non è solo italiana ma che si ritrova anche a livello europeo con l'unica differenza che, nel Bel Paese, la quota di stranieri con almeno il diploma si è molto ridotta rispetto all'Europa negli ultimi dodici anni.