Nell'anno della pandemia, che ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità, si è ridotta la spesa per i consumi culturali. Crollo per i matrimoni (-47,5%) e povertà assoluta in crescita
Nel 2020 si registra il "nuovo minimo storico di nascite dall'Unità d'Italia e il numero massimo di decessi dal secondo dopoguerra". Lo rende noto l'Istat nel rapporto annuale sulla situazione del Paese. "I nati da popolazione residente sono stati 404.104, in diminuzione del 3,8% rispetto al 2019 - si legge -. Nel 2020 il totale dei decessi è stato di 746.146. Rispetto alla media 2015-2019 i morti in più sono 100.526 (+15,6%)".
Il Covid ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità "La pandemia - sottolinea l'Istat - ha avuto un effetto drammatico sulla mortalità, non solo per i decessi causati direttamente, ma anche per quelli dovuti all'acuirsi delle condizioni di fragilità della popolazione, soprattutto anziana".
Italiani "formiche" sui consumi "Nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici si è ridotto del 2,8% (meno 32 miliardi), quasi azzerando la crescita del biennio precedente. Ma gli italiani si sono comportati da 'formiche': i consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni molto più ampie (meno 10,9%) e mai registrate dal dopoguerra" e la propensione al risparmio è salita dall'8,1 al 15,8%. Il reddito primario delle famiglie è sceso di 92,8 miliardi di euro (meno 7,3%) ma i massicci interventi pubblici per 61 miliardi hanno compensato due terzi della caduta.
In crescita la povertà assoluta Nel 2020, si legge ancora nel report, la povertà assoluta riisulta in forte crescita; interessa oltre 2 milioni di famiglie, pari al 7,7% (era al 6,4% nel 2019), e più di 5,6 milioni di individui, il 9,4% (era al 7,7%). La condizione peggiora di più al Nord, ma nel Mezzogiorno c'è ancora l'incidenza più alta (9,4% quella familiare), al Centro la più bassa (5,4%). Le famiglie più colpite sono state quelle con persona di riferimento occupata; dove c'è almeno uno straniero l'incidenza di povertà arriva al 25,3%. Più di una persona su cinque ha avuto difficoltà a fronteggiare impegni economici.
Crollo dei matrimoni (-47,5%) Nel 2020 si sono celebrati meno di 97mila matrimoni, quasi la metà rispetto al 2019 (-47,5%). L'Istat parla di "calo eccezionale", e guarda anche "ai riflessi sui progetti di vita individuali": questi primi dati "rafforzano la convinzione che la crisi abbia amplificato gli effetti del malessere demografico strutturale che da decenni spinge sempre più i giovani a ritardare le tappe della transizione verso la vita adulta, a causa delle difficoltà che incontrano nella realizzazione dei loro progetti". La diminuzione delle nozze è stata più marcata nel Mezzogiorno (-55,1%) e più contenuta nel nord-est (-38%).
Dad non seguita dall'8% degli studenti"Tra aprile e giugno 2020, l'8% degli iscritti (600mila studenti) delle scuole primarie e secondarie non ha partecipato alle video lezioni, con un minimo di esclusi al Centro (5%) e un massimo nel Mezzogiorno (9%). Più alta la quota di esclusi nella scuola primaria (12%), più bassa nella secondaria di primo (5%) e secondo grado (6%). Secondo l'Istituto di statistica, "circa 430mila ragazzi, pari al 6% degli studenti, hanno fatto richiesta di dispositivi informatici tra aprile e giugno 2020, con punte in Basilicata e in Calabria (rispettivamente 15% e 11%)".
"Tra marzo e giugno 2020 - dice l'Istat - solo 1,7 milioni bambini e ragazzi di 6-14 anni (33,7%) hanno fatto lezione tutti i giorni e con tutti gli insegnanti; si arriva a 2 milioni 630mila (circa il 52%) se si includono quelli che hanno dichiarato lezioni con la maggioranza dei docenti". "Gli alunni con disabilità che non hanno partecipato alle video lezioni - prosegue - raggiungono il 23,3% (29% nel Mezzogiorno); la quota di non partecipazione è più elevata nelle scuole primarie (quasi il 26%) e minore per le secondarie di secondo grado". Nel 2020 - evidenzia l'Istat - è "forte l'aumento dei giovani con meno di 14 anni che hanno utilizzato Internet almeno una volta a settimana".
Consumi culturali al palo "Si riducono ulteriormente le già scarse risorse che le famiglie destinano ai consumi culturali, solo il 2,1% della spesa totale nel 2020. Cinema e spettacoli dal vivo - osserva l'Istituto di statistica - hanno avuto 67 giorni di funzionamento ordinario, 134 di riaperture contingentate e 165 di chiusura totale. Per musei e biblioteche ci sono stati 173 giorni di riaperture parziali e 126 giorni di chiusura totale".
Impatto del Pnrr sul Pil tra 2,3 e 2,8% nel 2026 E' possibile "misurare", attraverso una "simulazione", l'impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con un "innalzamento del livello del Pil, rispetto allo scenario base, compreso tra il 2,3 e il 2,8% nel 2026". Questo "impatto", mette in luce, aumenta "al crescere dell'intensità della componente immateriale della spesa" (ricerca e sviluppo, software, altri prodotti della proprietà intellettuale).