"condizioni discriminatorie"

L'Italia deferita alla Corte Ue per gli stipendi degli insegnanti precari

Il nostro Paese, sostiene la Commissione, "non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato"

04 Ott 2024 - 13:55

L'Italia è stata deferita dalla Commissione Ue alla Corte di giustizia europea per non aver posto fine all'uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. L'Italia, sostiene la Commissione, "non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato". E la legislazione sullo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche "non prevede una progressione salariale" basata "sui precedenti periodi di servizio" ed è "una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato".

Le motivazioni della Commissione

 La Commissione, viene spiegato più nel dettaglio dall'esecutivo comunitario, "ritiene che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non preveda una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio". "Ciò costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione salariale - spiega la Commissione -. Inoltre, contrariamente al diritto dell'Ue, l'Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l'uso abusivo di successivi contratti di lavoro a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche. Ciò viola la normativa UE sul lavoro a tempo determinato. La Commissione ritiene che gli sforzi delle autorità siano stati, finora, insufficienti e pertanto sta deferendo l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea".

Anief: "Trattamento discriminatorio per 400mila precari"

 "La Commissione europea interviene 10 anni dopo l a procedura di infrazione attivata nei confronti dell'Italia - è stato il commento del segretario del sindacato Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori, ndr), Marcello Pacifico -. È evidente che dopo 25 anni dall'approvazione della direttiva, ancora oggi in Italia non si rispetta la norma europea: sono più di 400 mila i docenti con più di 36 mesi di servizio che hanno subito questo abuso. La Commissione chiede misure che prevengano questo abuso: per noi si tratta del doppio canale di reclutamento e deve essere introdotto il principio di non discriminazione che pretende lo stanziamento di risorse straordinarie anche in vista del nuovo contratto".

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