IL RAPPORTO DELL'ANTIMAFIA

L'allarme della Dia: dalla mafia nigeriana rischi di radicalizzazione islamica

Nell'ultimo rapporto della Direzione investigativa antimafia si fa luce su come si stanno evolvendo le mafie nel Paese: "Eʼ sempre più il Nord il centro del loro interesse finanziario"

19 Lug 2019 - 17:39
 © ansa

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La mafia nigeriana ha una rete "in costante contatto con la madre patria, che è necessario monitorare per prevenire contaminazioni da parte di espressioni estremiste filo-islamiche presenti in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi". E' quanto emerge dall'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, secondo cui massima attenzione va rivolta agli istituti penitenziari, "per evitare che si alimenti la radicalizzazione".

Inoltre l'organizzazione criminale tribale "in Sicilia ha trovato un proprio spazio, anche con il sostanziale placet di Cosa Nostra".

Le operazioni finanziarie delle mafie si spostano a Nord - Le regioni del Nord primeggiano per la quantità di operazioni sospette delle mafie, con il 46,3%. Al Sud la percentuale è del 33,8% e al Centro del 18,7%. Secondo il rapporto, "il maggior numero di operazioni finanziarie sospette di 'interesse istituzionale', emerse con riferimento alle regioni del Nord, può essere indicativo di una mafia liquida che investe in questa parte del Paese in maniera occulta, utilizzando per i propri scopi criminali delle teste di legno. Una mafia latente che potrebbe, in prospettiva, manifestarsi con caratteri più evidenti".

Legislazione Antimafia sconta i limiti legati alla competenza territoriale - "A fronte di uno scenario sicuramente complesso, la legislazione antimafia sembra scontare ancora i limiti legati alla competenza territoriale in cui vanno a radicarsi i procedimenti penali e di prevenzione", viene osservato nel documento della Dia. "I fascicoli processuali tendono, infatti, ad essere attratti dai Distretti giudiziari in cui la consorteria mafiosa si è storicamente sviluppata. Conseguentemente vi è una limitata possibilità di perseguire l'azione illecita da parte dei Distretti del Centro-Nord, in cui oggi invece si manifestano con sempre maggior forza le attività economico-finanziarie delle mafie".

Le mafie lavorano off shore avvalendosi di "facilitatori" sul territorio - Il maggior numero di operazioni finanziarie sospette riguardanti il nord Italia "può essere indicativo di una mafia liquida che investe in questa parte del Paese in maniera occulta, utilizzando per i propri scopi criminali delle teste di legno. Una mafia latente che potrebbe, in prospettiva, manifestarsi con caratteri più evidenti". Sempre più spesso - si legge nel rapporto - si individuano soggetti esterni alle organizzazioni criminali, professionisti che "prestano la loro opera proprio per schermare e moltiplicare gli interessi economico-finanziari del gruppi criminali". La Dia li definisce "facilitatori", "artisti del riciclaggio", capaci di gestire transazioni internazionali da località off shore, offrendo riservatezza e una vasta gamma di servizi finanziari. Queste nuove modalità d'intervento consentono ai mafiosi di radicarsi nelle altre regioni italiane e nel mondo, "legando i propri interessi con quelli della realtà economica locale".

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