Il primo è stato fermato a L'Aquila, mentre il secondo alla stazione di Roma Termini
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Sono stati rintracciati e arrestati due dei tre minori evasi dal carcere di Casal del Marmo a Roma: il primo è stato fermato a L'Aquila, mentre il secondo alla stazione di Roma Termini. Proseguono intanto le ricerche del terzo giovane in fuga. Domenica pomeriggio i tre, approfittando del caos durante una rissa scoppiata tra detenuti, sarebbero riusciti a scavalcare le mura di cinta utilizzando un armadietto metallico.
Secondo quanto apprende l'agenzia di stampa LaPresse il primo evaso rintracciato, Mohamed R. sarebbe stato fermato alla stazione de L'Aquila, che aveva raggiunto da Roma in treno. Infatti, il detenuto era stato collocato nel istituto di pena di Casal del Marmo per reati commessi proprio nel capoluogo abruzzese. Il fuggiasco è stato localizzato dalla polizia Ferroviaria e dagli agenti della questura dell'Aquila che erano stati allertati dalla polizia Penitenziaria che aveva diffuso le foto dei ricercati.
E' stato rintracciato alla stazione Termini di Roma il secondo detenuto evaso domenica dal carcere di Casal del Marmo. Il minorenne è stato rintracciato dai poliziotti del commissariato Viminale.
"Per una serie di ragioni, non avevamo e non abbiamo molti dubbi sul fatto che i fuggiaschi, tutti minori, vengano ripresi e ricondotti in carcere in breve tempo. Di solito questi ragazzi - si legge in una nota di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria - non godono di appoggi esterni e non di rado sono gli stessi familiari che li inducono a costituirsi. Questo, però, non cancella le falle del sistema le quali, al contrario, vengono ancor più evidenziate dalla certificazione che non si tratti di fughe organizzate. Insomma, basta deciderlo estemporaneamente e si può evadere con evidente facilità. Occorrerebbe poi interrogarsi su quanto costa un'evasione anche in termini di spese per le ricerche e tutto ciò che ne consegue. Somme che, evidentemente, sarebbe più proficuo investire in politiche di potenziamento della sicurezza, a partire dagli organici della Polizia penitenziaria mancanti di 18mila unità". "Ma evidentemente, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo tutto, da cui non si sente una parola quando si verificano questi accadimenti, preferiscono pensare ad altro senza voler rendersi conto che la situazione, alle condizioni date, è destinata a sfuggire completamente di mano", ha concluso De Fazio.