tentò il suicidio 20 volte

La Cedu condanna l'Italia per aver violato i diritti di un detenuto malato

La sentenza riguarda Simone Niort, un giovane in carcere in Italia da otto anni con disagio psichico: secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo lo Stato italiano non gli ha garantito il diritto alla salute

28 Mar 2025 - 17:34
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato lo Stato italiano per la violazione del diritto alla salute e alle cure mediche di un detenuto malato. Il caso è quello di Simone Niort, un giovane con problemi psichiatrici che si trova da otto anni in carcere in Italia, dall'età di diciannove anni, e durante questo tempo avrebbe tentato il suicidio una ventina volte. Avrebbe compiuto anche atti di autolesionismo.

A riferirlo è il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella: "La Corte ritiene che le autorità nazionali non abbiano dimostrato di aver valutato in modo sufficientemente rigoroso la compatibilità del suo stato di salute con la detenzione - spiega il legale di Niort, Antonella Calcaterra - accertando la mancata esecuzione di un provvedimento giudiziario che disponeva il trasferimento del ricorrente in una struttura penitenziaria più adatta alle sue gravi condizioni".

La vicenda

 Simone Niort fu arrestato è finì in carcere nel 2016. Fin da allora avrebbe iniziato a compiere svariati atti di autolesionismo e, dopo una perizia psichiatrica, l'ufficio di Sorveglianza dell'epoca nel novembre 2022 ordinò al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di individuare un istituto penitenziario idoneo a ospitarlo. L'errore sulla mancata identificazione di un percorso di cura alternativo al carcere - a quanto si apprende da fonti che seguirono il dossier - sarebbe stato innanzitutto procedurale, perché la Sorveglianza avrebbe dovuto chiedere non al Dap ma all'autorità amministrativa sanitaria competente. Forse a causa della carenza strutturale di specifici luoghi di cura in Sardegna, Simone restò in carcere finendo regolarmente in una cella "liscia" o di transito affinché non potesse recare danni ad altri o a sé stesso, restando isolato e senza svolgere attività educative.

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