Emergono nuovi retroscena nella quarta puntata dedicata al caso dell'italiano condannato all'ergastolo negli Stati Uniti
La telefonata alla moglie nel giorno stesso dell’omicidio di Dale Pike è uno dei punti chiave del quarto servizio de “Le Iene” dedicato alla vicenda di Chico Forti, l’italiano condannato all’ergastolo nel 1998 negli Stati Uniti e che si è sempre dichiarato innocente.
La chiamata, uno dei punti su cui si basa l’accusa perché avvenuta nel range di tempo in cui sarebbe morta la vittima, per la difesa di Chico è “una falsa pista, una distrazione”, dice il legale Joe Tacopina evidenziando che l’orario della morte non sarebbe così certo.
Poi l’altra prova schiacciante sulla quale l'accusa si sarebbe concentrata: dopo tre mesi di analisi in cui la jeep di Chico è rimasta ferma e sotto sequestro, sarebbero stati rinvenuti alcuni granelli di sabbia compatibili con quella presente sulla spiaggia in cui è avvenuto l’omicidio. Ma secondo la ricostruzione e le testimonianze mostrate durante la trasmissione di Italia 1, sono ancora tanti gli elementi poco chiari.