Il provvedimento leghista prevedeva che le case popolari potessero essere assegnate solo a chi fosse residente in Regione
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Respinto dalla Consulta il requisito di essere residente da almeno cinque anni in Lombardia per poter accedere alle liste di assegnazione delle case popolari. Nella sentenza si legge che il requisito richiesto "non ha alcun nesso con la funzione del servizio pubblico in questione, che è quella di soddisfare l'esigenza abitativa di chi si trova in una situazione di effettivo bisogno".
"Irragionevole è la corte - ha commentato Alessandro Corbetta, consigliere regionale della Lega - che fa politica contro la Lombardia. Dare casa prima ai residenti è un'operazione di buon senso". Di parere opposto la Cgil che definisce la decisione "uno schiaffo alla regione Lombardia". Ma aggiunge anche: "A questo punto sono tante le regioni che dovranno fare dietrofront, in primis il Piemonte e la Toscana, perché hanno adottato principi identici".
Quella della Consulta è "una decisione sacrosanta" anche per il Movimento 5 stelle. Che aggiunge: "Le case popolari non sono un giocattolino in mano alla Lega, ma un diritto dei cittadini".