A Padova è stato un giudice a cancellare la multa da 500 euro data al cliente di una squillo. Ma i casi simili sono numerosi e vari
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Multe, ammende, tasse. Gli italiani si dicono schiacciati dal peso di vari balzelli, ma nel caso delle sanzioni amministrative si tratta a volte di spauracchi dalla breve vita. La linea dura è spesso annunciata ma poi non applicata, contestata oppure revocata. È quanto successo a Padova, dove il sindaco Zanonato aveva introdotto l'ordinanza anti prostituzione con multe molto salate per i clienti delle squillo, ma un giudice di pace ha annullato la multa di 500 euro fatta dai vigili a un 70enne che si intratteneva in auto con una prostituta.
Multe sui bus - Anche la norma che inasprisce le sanzioni, portandole fino a 200 euro, per chi viaggia su un autobus senza biglietto, ha avuto vita breve: annunciata dal ministro dell'Economia Padoan all'interno della manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro, la misura è stata cassata dal Quirinale che ne avrebbe contestato i requisiti di necessità ed urgenza.
Semafori intelligenti al bando - Breve vita hanno avuto pure i cosiddetti “semafori intelligenti”, quelli che usano la tecnologia laser per far scattare il rosso o il verde in base al flusso di traffico. A fine 2015 il Ministero dei Trasporti ha vietato sia questo strumento sia i contasecondi per indicare la durata dei vari colori perché manca l'omologazione e il regolamento di attuazione della legge.
Il record dei ricorsi - Dove l'amministrazione locale ha insistito per l'inasprimento delle sanzioni, c'è stata una sollevazione popolare. Il comune di Mondovì ha installato un autovelox con il limite dei 70 chilometri orari che ha fatto una vera e propria strage. Dodicimila multe in cinque mesi sulla provinciale Mondovì-Cuneo. Pagina Facebook e class action sono state la risposta immediata degli automobilisti per arginare la pioggia di multe.