la scoperta dei ricercatori di Bolzano e Vienna

La mummia Oetzi, l'"Uomo venuto dal ghiaccio", soffriva di parodontosi

Lo rivela un test sul campione di Dna prelevato dall'osso pelvico

15 Lug 2014 - 16:41
 © tgcom

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La mummia Oetzi, ritrovata nel 1991 sulle Alpi Venoste ed esposta al Museo Archeologico di Bolzano, soffriva di parodontosi. Lo rivela un'analisi svolta su un campione di Dna microscopico, di appena 0,1 grammi, asportato dall'osso pelvico del reperto, che risale a più di 5000 anni fa. I ricercatori dell'Eurac di Bolzano e dell'Università di Vienna hanno rilevato sul campione tracce del batterio Treponema denticola, responsabile della parodontosi, ovvero la malattia che provoca la perdita d'attacco dei denti rispetto all'alveolo dentario, con conseguente elevata mobilità degli stessi e sanguinamento gengivale, fino alla caduta.

Questo esame ha confermato a livello genetico i risultati di una Tac eseguita nel 2013 che aveva condotto alla stessa diagnosi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Plos One.

Chi è Oetzi - Chiamato anche l'“Uomo venuto dal ghiaccio”, la Mummia del Similaun, ritrovata sulle pendici del monte omonimo, è il corpo di un essere umano adulto di sesso maschile, risalente a un'epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. (inizio dell'età del Rame). Alto 160 cm, doveva avere circa 46 anni al momento della morte. Oetzi, dal nome della valle dell'Ötztal, è ancora la principale attrazione del Museo Archeologico dell'Alto Adige, meta di molti turisti in visita nella città di Bolzano.

È accompagnato da un ricco equipaggiamento, in perfetto stato di conservazione, di indumenti e utensili, rinvenuti assieme a lui, che sono esposti con didascalie e postazioni video e multimediali per i visitatori. Il corredo è composto di un arco, una faretra con frecce, un'ascia in rame, un coltello di selce, una gerla, punteruoli di osso, alcuni contenitori in corteccia di betulla.

La mummia è conservata in un ambiente sterile, una cella di refrigerazione il cui interno è visibile da una piccola finestra di dimensioni quaranta centimetri per trenta. Sono ricreate artificialmente le condizioni di conservazione del ghiacciaio: -6 gradi Celsius e un'umidità pari al 96-98%. Per non fare essiccare la mummia, viene spruzzata regolarmente su di essa dell'acqua sterilizzata, che comporta la formazione di un sottile strato di ghiaccio superficiale sui resti.

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