In una videointervista rimasta top secret per 18 anni, il sacerdote di San Lorenzo ha dichiarato di essere stato contattato da Cosa Nostra per riavere la tela
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La Natività di Caravaggio, il dipinto rubato 50 anni fa dalla chiesa di San Lorenzo a Palermo, è stata oggetto di una trattativa tra mafia e Chiesa. E’ quanto afferma Rocco Benedetto, all’epoca parroco dell’Oratorio di San Lorenzo, in una videointervista firmata dal regista Massimo D’Anolfi data in esclusiva al Guardian. Nel video, girato nel 2001, il sacerdote rivela alcuni dettagli dei tentativi di recuperare l’opera d’arte.
Il furto e la richiesta di riscatto Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, qualcuno si introduce nella chiesa di San Lorenzo e si impadronisce della tela, tagliandola con dei rasoi per estrarla dalla cornice in cui era appesa da più di tre secoli. Nella videointervista, don Rocco afferma di aver ricevuto, qualche mese dopo il furto, una lettera in cui si chiedeva di fare un’inserzione sul Giornale di Sicilia per avviare una trattativa per la restituzione del dipinto.
Il sacerdote racconta che gli autori della lettera avevano scritto: "Abbiamo il dipinto. Se vuoi trovare un accordo per la restituzione devi inviare questo annuncio sul Giornale di Sicilia". L'inserzione doveva quindi essere un segnale per Cosa Nostra che la Chiesa era pronta a trattare. Il parroco riferisce l’accaduto al sovraintendente agli affari culturali di Palermo, che pubblica l'annuncio.
Due settimane dopo don Rocco riceve una seconda lettera con un’altra richiesta di inserzione, questa volta però accompagnata da un pezzo del dipinto (modalità tipicamente mafiosa). Questa volta però il sovraintendente si rifiuta e denuncia tutto alla polizia, incolpando il parroco stesso di aver organizzato il furto. Don Rocco verrà poi scagionato da tutte le accuse ma le trattative con la mafia erano ormai fallite.
Le indagini sul boss Badalamenti Il racconto del parroco è compatibile con i risultati delle indagini che nel 2018 hanno appurato che il dipinto, dopo il furto, era stato portato a casa del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Secondo quanto ha confessato un pentito, Gaetano Grado, un membro della famiglia del boss aveva successivamente preso contatti con un commerciante d’arte in Svizzera.
Gli inquirenti hanno poi scoperto che La Natività fu trasferita Oltralpe nel 2004, dopo la morte di Badalamenti, suddivisa in parti e venduta sul mercato clandestino internazionale. Nel febbraio 2018, Rosy Bindi, a capo della commissione antimafia italiana, dichiarò di essere determinata a "trovarla e riportarla a casa sua a Palermo".