Pensionamenti e mancanza di turn over hanno reso le strutture all'osso ed è calata la disponibilità a fornire esaminatori. La proposta dell'associazione di categoria Unasca: "Fare come per le revisioni, controlli a campione sugli esaminandi"
di Gabriella Persiani© dal-web
"Con la spending review le Motorizzazioni italiane, tra pensionamenti e assenza di turn over, sono ridotte all'osso a livello di personale e sono andate perse competenze tecniche e conoscenze che vanno ad impattare sulla sicurezza stradale". L'allarme lanciato da Unasca, associazione delle Autoscuole, Scuole Nautiche e degli Studi di Consulenza Automobilistica, arriva a Tgcom24 attraverso le parole del segretario Lombardia Cesare Galbiati. "Gli effetti sono tempi troppo lunghi per prendere la patente; mesi raddoppiati a Milano, ma a Firenze la situazione è disastrosa", aggiunge. "La soluzione? Privatizzare l'esame come le revisioni", conclude.
Qual è la situazione della Motorizzazione vista dalle Autoscuole?
"A livello nazionale l'ente che ha in carico il rispetto delle normative tecniche sul trasporto civile è vittima di questo lungo periodo di spending review nella Pubblica Amministrazione. Le ultime assunzioni risalgono a 20 anni fa; nel frattempo ci sono stati i pensionamenti ma il blocco del turn over. Gli effetti sono stati fin da subito immediati in alcune funzioni proprie e in quelle in forma straordinaria come l'attività degli esami di guida. Ciò vuol dire tempi almeno raddoppiati per conseguire la patente di guida, complice anche la riforma del 2010. Una problematica che come Unasca in area milanese avevamo già fatto presente nel 2015".
Cosa si è ottenuto?
"In Lombardia collaborando con i direttori e il personale siamo riusciti a contenere a 6/7 mesi i tempi per ottenere la patente, quando ragionevolmente ne basterebbero 4. Ma a Firenze e a Prato, per esempio, la situazione è ancora in panne, dal punto di vista dell'organico e per la poca collaborazione tra personale e autoscuole. Così oggi si supera l'anno per il conseguimento della licenza di guida. Tempi che si è riusciti comunque ad accorciare grazie agli esaminatori che arrivano dalla sede di Roma. Senza di loro la Toscana sarebbe al collasso. Non va meglio in Sardegna".
Perché? Com'è la situazione in Sardegna?
"L'isola è rimasta senza ingegneri; Nuoro, in particolare, era priva di operatori in loco, sempre per colpa della spending review, Con il primo concorso del 2017, su base regionale sono stati assunti 178 ingegneri, destinati soprattutto al Sud che però ha un bacino di utenza più basso rispetto alle regioni settentrionali. Al Nord-Ovest, per esempio, in mancanza di 48 ingegneri ne arrivano 21".
Prima tornata di assunzioni a vuoto, dunque?
"Non si è riusciti a compensare la reale necessità. E la situazione si fa drammatica se si pensa all'età media del personale della Motorizzazione: 55 anni. Questo vuol dire una forma mentis poco incline al cambiamento e una tendenza non a far carriera ma a tirare avanti per arrivare alla pensione".
Cosa proporre al Ministero dei Trasporti?
"Il confronto con il Ministero è continuo, ma lo Stato non ha intenzione di investire su se stesso, nonostante l'indotto della circolazione sia ricchezza che potrebbe essere reinvestita in personale. Come associazione proponiamo, tra tante soluzioni, quella di privatizzare la modalità d'esame, sostituendoci al soggetto pubblico. Cosa che già accade per le revisioni dei veicoli. Alle Motorizzazioni spettino le verifiche a campione".
Dal punto di vista delle autoscuole, la nuova tendenza green fa perdere appeal alla patente tra i neo18enni?
"La patente non è più una tappa di iniziazione come una volta, più per il calo demografico che è andato a incidere sulla riduzione di giovani aspiranti patentati che per la moda green, ancora marginale. La differenza è evidente tra città, come Milano, e periferia, circoscrivendo il fenomeno. In periferia, infatti, i numeri sono cambiati di poco: tra 18 e 19 anni la patente è ancora un must per via di esigenze di mobilità. In città, invece, l'auto non è più uno status symbol, sostituita dagli smartphone, per esempio. A Milano l'età media dei neopatentati è salita a 22 anni; con i mezzi pubblici funzionanti e lo sharing di auto e bici è meno sentito il bisogno dell'auto di proprietà".