I due baristi indagati non hanno risposto al pm durante l'udienza per la convalida dell'arresto. Agli atti risultano 36 forbiciate contro il 37enne. La Procura: "La maggior violenza quando era a terra e gridava aiuto"
Sulla morte di Eros Di Ronza, il ladro 37enne ucciso a Milano con 36 forbiciate dopo il tentato furto di Gratta e vinci, la Procura di Milano parla di "omicidio efferato" mentre la vittima era "inerme". Si legge infatti sulla richiesta di convalida e custodia in carcere per i due baristi arrestati per omicidio volontario, che va sottolineata "la sproporzione della reazione e, anzi, l'efferatezza" con cui l'uomo viene colpito "prima da dietro quando, con tutto il busto ancora dentro il bar, nemmeno può accorgersi della presenza dei titolari, e poi finito quando ormai è inerme a terra, con una serie di colpi inferti con forza, in una sequenza in cui la lontananza della scena rispetto alla telecamera non riesce a mascherarne l'estrema drammaticità".
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Di Ronza sarebbe stato raggiunto da diverse forbiciate sferrate dagli arrestati, parenti della donna cinese a cui è intestato il bar. Uno dei due ladri è scappato, mentre Di Ronza sarebbe stato colpito una prima volta mentre stava cercando di uscire da sotto la saracinesca divelta. Sarebbe poi riuscito ad alzarsi e avrebbe cercato di scappare, ma sarebbe stato raggiunto dai colpi, anche quando era a terra. I due indagati, Zhou Shu, 30 anni, e Chongbing Liu, 49, non hanno risposto al pm, che ha disposto il loro arresto.
La "fase di maggior violenza", si legge ancora sulla richiesta di convalida, è avvenuta quando "l'uomo era a terra, gridando aiuto". La vittima, dicono ancora in Procura, "non ha reagito" ai colpi di una "forbice" in acciaio, con lama di 11 centimetri, trovata a terra dagli agenti delle volanti della questura. Secondo gli atti Di Ronza è stato colpito "al petto, all'addome, alla schiena, ai fianchi, alle gambe e agli arti superiori".
Secondo gli atti Shu Zhou ha descritto così al telefono al 112 quello che era accaduto: "Ho dato un pugno al ladro e adesso sta quasi morendo. Abbiamo già fermato il ladro, adesso sta male, sta malissimo, fate venire un'ambulanza. Sta malissimo, esce sangue, l'abbiamo picchiato serve l'ambulanza, è entrato dentro, voleva rubare i soldi". Poi, agli agenti arrivati ha detto "sono stato io, sono stato io". Nel primo verbale di testimonianza viene riferito che lo stesso Shu, dopo aver sentito suonare l'allarme del bar, era sceso da casa e "improvvisamente veniva aggredito dal soggetto che indossava il casco nero", il presunto "palo". Quest'ultimo, "dopo aver prelevato da terra un secondo casco, lo colpiva al capo", ma lui, stando a quella prima versione, "riusciva a metterlo in fuga mostrandogli le forbici che impugnava". Poi notava che usciva, "dall'apertura ricavata dai malfattori danneggiando la saracinesca, un secondo individuo, pertanto allarmato dalla sua imprevedibile azione, lo colpiva" utilizzando le forbici".