La storia

Lampedusa, bimbo di 3 anni trovato nel deserto da un altro migrante e sbarcato sull'isola: è gara per l'affido

"L'ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme...", ha detto il giovane che lo ha salvato

19 Set 2023 - 22:02

Più famiglie di Lampedusa si sono fatte avanti, offrendo la propria disponibilità, per l'affido temporaneo di un bambino di circa 3 anni che è stato trovato, da solo, nel deserto e portato fino all’isola da un giovane nordafricano che lo ha di fatto salvato. Nessuno conosce né il nome, né la nazionalità del piccolo che, attualmente, è all'hotspot di contrada Imbriacola - nella sezione per i bambini e le madri sole -, dove di lui si stanno prendendo cura i volontari della Croce Rossa e Save the Children, con psicologi, che tentano di fargli dire qualcosa che chiarisca la sua storia.

Il racconto del giovane migrante che l’ha trovato - Il giovane migrante, che è arrivato a Lampedusa tenendo per mano il bimbo, ha subito detto ai volontari della Croce Rossa e alla polizia di non sapere chi fosse il piccolo. "L'ho trovato nel deserto, era solo, abbandonato. L'ho portato con me per salvarlo, ma non è un mio familiare e non so come occuparmene", ha spiegato il nordafricano. "Non potevo lasciarlo morire da solo nel deserto, così l'ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme...", ha aggiunto il giovane sottolineando che con lui il bimbo non ha mai parlato.

Nessuno sa quali traumi abbia subito il piccolo senza nome e finora non c'è stata alcuna interazione con altri. Ma già a Lampedusa è scattata la gara di solidarietà per prendere il bambino in affido, almeno fino a quando non sarà trovata una famiglia che lo adotti. La sua sorte sarà decisa dal Tribunale dei minori di Palermo, il quale deve verificare, come prevede la legge, se ci sono parenti sul territorio e, in subordine, se ci sono richieste concrete di affido da parte di "soggetti idonei". A quel punto il Tribunale nominerà un tutore e il bambino verrà inserito in una struttura adeguata per l'età. I giudici dovranno poi ratificare le misure di accoglienza. Se necessario, è possibile anche un intervento urgente di presa in carico da parte di un reparto di Neuropsichiatria infantile.

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