Avrebbe realizzato investimenti nel settore turistico agevolando il clan Muto di Cetraro, nel Cosentino. In manette anche la moglie e il cognato
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I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno arrestato l'imprenditore calabrese Pasquale Capano, collegato alla 'ndrangheta e ad ambienti della criminalità romana come la banda della Magliana e il clan Casamonica. Secondo gli inquirenti l'imprenditore, attraverso l'utilizzo di società intestate a prestanome, ha realizzato una serie di investimenti nel settore turistico immobiliare agevolando il clan 'ndranghetista Muto di Cetraro (Cosenza).
Nell'operazione sono stati arrestati anche la moglie di Capano, Antonella Fusconi, e il cognato, Stefano Fusconi, entrambi ai domiciliari. Secondo gli investigatori l'imprenditore, che era in possesso di un passaporto diplomatico, era in contatto con personaggi di spicco della criminalità romana come Enrico Terribile, Enrico Nicoletti e Luciano Casamonica.
In una lettera le regole della 'ndrangheta - Le perquisizioni hanno portato alla luce anche una lettera scritta da Capano a un altro pregiudicato, nella quale l'uomo illustra il "codice mafioso" che regola l'affiliazione 'ndranghetista come una scelta di vita. Entrare nella 'ndrangheta, si legge, è una scelta non più revocabile che crea un vincolo di sangue tra gli associati ineludibile, chiamati sempre ad un mutuo soccorso, anche e soprattutto in ipotesi di (prevedibili) "infortuni giudiziari". "La prima cosa che mi è stata spiegata - scrive Capano - è stata la differenza fra concetto di amicizia e fratellanza: l'amicizia è espressione di una frequentazione abituale, la fratellanza rappresenta un legame".