"Un quadro di esagerata violenza" è emerso dalle analisi dei fendenti inferti. Resta da accertare se l'arma usata sia stata la stessa
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Per i tre omicidi di Roma sono state decine le coltellate inferte da Giandavide De Pau. È quanto emerge dalle autopsie svolte sul corpo delle donne. "Un quadro di esagerata violenza" è stato il commento sull'esito delle analisi. Resta da accertare se l'arma usata sia stata la stessa. I fendenti, secondi i referti, hanno raggiunto le vittime in varie parti del corpo tra cui collo, schiena e testa.
Le autopsie sui corpi delle tre donne uccise nel quartiere Prati di Roma sono state effettuate al Policlinico Gemelli. Gli omicidi risalgono al 17 novembre e per i tre delitti e accusato Giandavide De Pau, in carcere a Regina Coeli con l'accusa di triplice omicidio aggravato.
Nelle immagini delle telecamere De Pau con volto travisato - Cappello calcato in testa, mascherina e occhiali da sole, paraorecchie: Giandavide De Pau è stato ripreso dalle telecamere di un supermercato mentre si sposta tra via Riboty e via Durazzo, nel quartiere Prati, a Roma, nell'intervallo temporale tra l'omicidio delle due donne cinesi e quello della sudamericana.
De Pau è stato ripreso dalle telecamere del supermercato Pim di via Riboty "entrare alle ore 10.01 nello stabile al numero 28 ed uscire alle ore 10.41 (pochi istanti dopo aver ucciso le prime due vittime, ndr) per allontanarsi a piedi. Poco dopo (alle ore 11.21) si è recato in via Durazzo a bordo di un'autovettura Toyota IQ di colore melanzana e, dopo aver parcheggiato, "è entrato al civico di via Durazzo (11.22) per poi riuscire ed allontanarsi dopo circa 15 minuti (11.39) sempre a bordo dell'autovettura Toyota", come si legge nell'ordinanza firmata dalla gip Mara Mattioli.