bufera su raggi

Roma, è ancora caos rifiuti

Aperti due fascicoli sugli impianti di smaltimento. La Raggi si difende: "Non sono preoccupata. Sapevamo che ci avrebbero attaccato"

30 Lug 2016 - 14:00

Nella Capitale è ancora emergenza rifiuti, sul fronte del ritiro ma anche su quello giudiziario. L'ultimo tassello di una complessa situazione arriva dalla procura di Roma che ha messo sotto inchiesta due impianti per lo smaltimento dei rifiuti della municipalizzata Ama. Il reato per cui si indaga è quello di truffa nei confronti di funzionari dell'azienda iscritti nel registro dalla procura. Di tali dipendenti non sono ancora noti i nomi. I carabinieri del Noe nei due impianti di trattamento meccanico biologico Ama di Rocca Cencia e di via Salaria spiegano che si sarebbero smaltiti meno rifiuti di quanto prescritto dalla legge e dal contratto di servizio. Non è chiaro se questo sia successo con la complicità o con la superficialità dei vertici dell'azienda.

Un altro filone di indagine riguarda invece, il 90enne ras delle discariche romane Manlio Cerroni: su mandato del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pm Alberto Galanti i carabinieri del Noe hanno posto sotto sequestro il faldone di documenti che ricostruisce il meccanismo con cui a Roma si sarebbe riciclato denaro sporco attraverso il business dei rifiuti. I reati contestati sono associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti. Il primo indagato sarebbe proprio Cerroni, da anni al centro degli affari romani della nettezza urbana, già in manette e già sotto processo per accuse come l'inquinamento ambientale e l'abuso d'ufficio.

Dal canto suo la sindaca di Roma Virginia Raggi prende le distanze dalla situazione attuale. "Stiamo scontando l'effetto di una politica disastrosa fatta negli ultimi 20 anni sui rifiuti", dice l'avvocatessa M5S. Rifiuti che sarebbero stati usati dal "sistema" sconfitto per mettere in crisi subito la nuova amministrazione, secondo questa teoria. "Non sono preoccupata. Sapevamo che ci avrebbero attaccato", afferma Raggi a una domanda sull'indagine della procura della Capitale. Inchiesta che oltre al filone sui costi del tritovagliatore di Rocca Cencia, l'impianto di  Cerroni, ne prevede altri che riguardano sia impianti del gruppo Colari che di Ama.

Il 20 agosto la città sarà pulita? "Attenzione, questo è il termine che ha dato Ama - risponde la sindaca -. Ora lavoreremo insieme e sono ottimista che questa situazione nel tempo si risolvera'". Ma con l'azienda municipalizzata lo scontro è sempre duro. Dissapori con il presidente Daniele Fortini? "Io ho messo la classe dirigente di Ama di fronte alla sue mancanze", dice l'assessore all'Ambiente Paola Muraro, per anni consulente della municipalizzata capitolina. La quale in Commissione capitolina ha svelato di aver coinvolto Acea: "Deve prendere i rifiuti di Roma negli impianti di compostaggio e aumentare quello che tuttora prende l'inceneritore di San Vittore. D'altronde è una società a maggioranza del Comune di Roma, deve lavorare anche per i cittadini romani".

Ma intanto c'è da trovare siti di smaltimento e si riaffaccia sempre il fantasma della megadiscarica di Malagrotta, chiusa da Ignazio Marino nel 2013 dopo 30 anni di business per Cerroni. "Noi siamo assolutamente convinti della chiusura di Malagrotta - dice Raggi -. Anzi, invitiamo Cerroni a effettuare le operazioni di bonifica previste per legge. Sarebbe interessante capire come mai quando Marino ha chiuso Malagrotta non abbia approntato un sistema congruo di smaltimento dei rifiuti".

Sulle presunte responsabilità della sinistra Muraro parla addirittura di "chiedere i danni", per il mancato "raddoppio" dell'impianto di compostaggio di Maccarese", sul litorale a nord di Roma. Ma uno dei bersagli principali è sempre il presidente di Ama quasi dimissionario Daniele Fortini. Quando sarà sentito martedi' prossimo in Commissione Ecomafie "vorrei essere sentita insieme a lui, perché è mio diritto. Come è diritto del sindaco". Sullo sfondo, l'inchiesta della procura, innescata dalle segnalazioni di Fortini, con indiscrezioni su possibili indagati. "Se non mi ero accorta che qualcosa non andava? Io me ne sono accorta e ho un mio dossier che tirerò fuori quando me lo chiederanno", dice Muraro, per anni consulente dell'Ama.

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