sparo a distanza ravvicinata

Agguato in un parco a Roma, ucciso un noto ultrà della Lazio | La figlia: "Bastardi, cosa avete fatto?"

Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, è stato colpito alla testa dopo essere stato avvicinato alle spalle. A dare l'allarme un passante

07 Ago 2019 - 23:08
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Un agguato in piena regola è avvenuto in un parco alla periferia di Roma: uno sparo a distanza ravvicinata ha colpito alla testa un ultrà della Lazio implicato in precedenza in una vicenda di droga. Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, è morto sul colpo. A dare l'allarme un passante. Gli inquirenti parlano di una vera e propria esecuzione alle spalle della vittima. "Bastardi, cosa avete fatto?", ha urlato in lacrime la figlia di Piscitelli.

Agguato in un parco a Roma, ucciso il noto ultrà della Lazio Fabrizio "Diabolik" Piscitelli

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L'agguato è avvenuto al Parco degli Acquedotti, un'estesa area verde confinante col parco dell'Appia Antica. In base alle testimonianze raccolte, gli agenti hanno ricostruito che l'omicida fosse vestito da runner per confondersi con le tante persone che praticano jogging. Le autorità hanno aperto un fascicolo d'indagine a carico di ignoti.

Aveva un appuntamento? - Il tifoso laziale era seduto su una panchina quando è stato ucciso. Per chi indaga, "Diabolik" probabilmente aveva appuntamento con qualcuno. Il parco si trova a diversi chilometri da Grottaferrata, dove l'uomo abitava.

Capo degli Irriducibili della Lazio, Piscitelli era protagonista di diverse indagini per droga e per la vicenda legata alla scalata al club romano. Nei rapporti della polizia, il capo ultrà veniva descritto come un soggetto "pericoloso, prepotente, indifferente ai numerosi provvedimenti di polizia adottati nei suoi confronti".

Nel 2013 fu arrestato dalla guardia di finanza alla periferia di Roma, dopo un mese di latitanza, con l'accusa di essere il promotore di un traffico internazionale di sostante stupefacenti fra l'Italia e la Spagna. Nel 2016 gli erano stati invece confiscati beni per un valore superiore a due milioni di euro. Nel 2015 Piscitelli, insieme ad altri esponenti della curva laziale, era stato condannato per concorso in tentata estorsione ai danni del presidente del club biancoceleste Claudio Lotito nella vicenda relativa al tentativo di scalata della Lazio del 2006, dove venne coinvolto anche l'ex centravanti e gloria del club Giorgio Chinaglia.

Tanti i messaggi di cordoglio da parte dei tifosi laziali. "La morte ti ha preso alle spalle, perché da davanti non aveva le palle. Ciao Diabolik", scrive uno. "Ciao Fabrizio, per sempre un di noi", gli fa eco un altro. E anche chi dice che Piscitelli "non era un santo" gli rende comunque omaggio spiegando che "non meritava una morte cosi'".

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