LE INCHIESTE

Amatrice, dubbi sull'adeguamento antisismico della scuola

Secondo il rapporto della guardia di finanza inviato all'Anac, l'appalto sarebbe stato assegnato dopo l'inaugurazione della struttura che sbandierava invece l'operazione di messa in sicurezza

31 Ago 2016 - 12:43

Il sequestro della scuola di Amatrice, ordinato martedì dalla Procura di Rieti che sta indagando sugli appalti per l'adeguamento antisismico dopo i terremoti dell'Umbria e dell'Abruzzo, rinfocola le polemiche sugli interventi per i quali, in tutto il territorio colpito dal terremoto, sono stati spesi oltre 60 milioni di euro. Perché non è chiaro quando (e se) in quella scuola, che il comune aveva pubblicizzato come "antisismica", i lavori siano stati eseguiti.

Secondo un rapporto della guardia di finanza consegnato all'Autorità nazionale anticorruzione, infatti, la scuola è stata inaugurata il 13 settembre 2012, ma l'appalto per il "miglioramento sismico" (costato 157.500 euro), secondo quanto riporta il Corriere della Sera è stato assegnato solo il 25 settembre e registrato l'11 ottobre. Mentre nell'altra tranche di lavori, affidata il 29 settembre 2011 (511mila euro) non c'è traccia di opere di prevenzione sismica ma solo di "miglioramento termico, migliorie della pavimentazione, efficienza dell'impianto elettrico" e altri lavori di sistemazione.

Dunque, già dà da pensare il fatto che la maggior parte dei fondi siano stati spesi per sistemazioni e riparazioni che nulla avevano a che fare con la prevenzione del rischio sismico; secondo il rapporto delle Fiamme gialle, però, a destare sospetti è anche il fatto che il Comune avesse pubblicizzato con cartelli affissi all'esterno della struttura la "sontuosa opera di ristrutturazione dell'intero edificio realizzata in poco più di tre mesi, consistente soprattutto nell'adeguamento della vulnerabilità sismica". Particolare, evidentemente, non corrispndente alla realtà, dato che quell'adeguamento (peraltro non ancora appaltato al momento dell'affissione dei cartelli) era solo una minima parte dell'intero intervento.

Dubbi, poi, i finanzieri hanno anche sulla ditta che ha eseguito i lavori, il cui amministratore unico, Gianfranco Truffarelli, ha peraltro già messo le mani avanti dicendo che nessuno gli ha chiesto l'"adeguamento sismico" ma solo il "miglioramento". In ogni caso, secondo il rapporto consegnato all'Anac, ci sono "forti dubbi sulla capacità tecnico-operativa" della ditta a eseguire i lavori.

La guardia di finanza, intanto, mercoledì mattina ha effettuato una serie di acquisizioni di documenti in diversi enti pubblici e nelle sedi delle ditte che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione della scuola di Amatrice. Gli uomini del Nucleo anticorruzione e dei Nuclei di polizia tributaria delle Fiamme gialle stanno operando a Rieti, Torino e Bari presso le sedi della Regione, della Provincia e del Genio civile oltre che nelle sedi delle ditte.

I soldi per gli adeguamenti antisismici finiti in consulenze d'oro - L'inchiesta sulle zone terremotate del Reatino sta portando alla luce dettagli sempre più inquietanti. Secondo "La Stampa", nella provincia di Rieti dopo i terremoti del 1997 e del 2000 sono stati stanziati 66 milioni di euro per le opere di adeguamento antisismico. Di questi il 40% sarebbe finito in consulenze d'oro che avrebbero coinvolto 790 professionisti, tra ingegneri, geometri, architetti e geologi.

A vigilare sull'utilizzo dei fondi si sono avvicendati tre subcommissari: all'inizio Giosuè Calabrese, ex presidente della Provincia di Rieti; quindi Luigi Ciaramelletti, ex assessore regionale al Turismo e alla CUltura; e infine Fabio Melilli, ex presidente della Provincia. Il primo, secondo il quotidiano di Torino, ha affidato incarichi e lavori per circa 30 milioni di euro; Ciaramelletti per poco meno. E i Comuni beneficiati dai finanziamenti sono stati tanti: 49 su 72 della provincia di Rieti. Di tutto il denaro stanziato, però, molto è finito in consulenze: il 40% dell'importo totale.

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