DOPO IL SINODO DI OTTOBRE

No di Papa Francesco ai preti sposati nella sua esortazione sull'Amazzonia

Il Santo Padre esclude anche il sacerdozio femminile. La richiesta degli ordini sacri a persone con famiglia era arrivata dal Sinodo di ottobre

12 Feb 2020 - 15:21
 © -afp

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Non c'è nessun riferimento alla possibile ordinazione di preti sposati nell'esortazione apostolica di Papa Francesco "Querida Amazonia". Dal Santo Padre arriva dunque un no alla richiesta del Documento finale del Sinodo presentato in ottobre, in cui si ipotizzava il presbiterato per i "viri probati", cioè uomini con famiglia di riconosciuta fede ed esperienza. 

No all'abito sacro alle donne - Una ipotesi che era stata avanzata per rispondere alle esigenze delle sperdute comunità amazzoniche che ricevono l'Eucaristia sporadicamente, spesso soltanto una volta all'anno. Da Bergoglio arriva anche un no netto alla concessione dell'ordine sacro alle donne, che nella sua visione causerebbe persino "un impoverimento del loro indispensabile contributo". 

Dopo il Sinodo la reazione dei conservatori - Sono queste le principali risposte che arrivano dal documento post-sinodale, frutto della speciale Assemblea panamazzonica di ottobre. Nella lunga attesa, aveva avuto un ruolo decisivo il fuoco di sbarramento alimentato dalle fronde più conservatrici, compresa l'uscita del libro "Dal profondo del nostro cuore" del cardinale Robert Sarah con il contributo del Papa emerito Benedetto XVI, che si schierava contro ogni innovazione nel celibato sacerdotale. 

Il Papa e la "presenza precaria" della Chiesa in Amazzonia - Nella sua "Querida Amazonia", in cui Francesco dice espressamente di non aver voluto "né sostituire né ripetere" il Documento votato a maggioranza dal Sinodo, invitando a "leggerlo integralmente", non si vede nessuna delle novità auspicate. In fatto di "ministerialità", considerata la "presenza precaria" della Chiesa nella sterminata Amazzonia, il Papa si limita a dire che "c'è necessità di sacerdoti" invitando i vescovi a "promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali" e ad "essere più generosi" nell'invio di missionari aggiungendo che "ciò non esclude che ordinariamente i diaconi permanenti, che dovrebbero essere molti di più in Amazzonia, le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità". 

Laici e servizi - Dunque, continua il documento, "non si tratta solo di favorire una maggiore presenza di ministri ordinati che possano celebrare l'Eucaristia", bensì "abbiamo bisogno di promuovere l'incontro con la Parola e la maturazione nella santità attraverso vari servizi laicali". Per il Papa, "una chiesa con voti amazzonici richiede la presenza stabile di responsabili laici maturi e dotati di autorità": occorre quindi "un incisivo protagonismo dei laici e permettere lo sviluppo di una cultura ecclesiale propria, marcatamente laicale". 

No al diaconato femminile e no alle donne prete - Sul diaconato femminile Francesco sbarra la strada spiegando  che bisogna "evitare di ridurre la nostra comprensione della Chiesa a strutture funzionali". E avverte che "tale riduzionismo ci porterebbe a pensare che si accorderebbe alle donne uno status e una partecipazione maggiore nella Chiesa solo se si desse loro accesso all'Ordine sacro". Ma in realtà, secondo il pontefice, "questa visione limiterebbe le prospettive, ci orienterebbe a clericalizzare le donne, diminuirebbe il grande valore di quanto esse hanno già dato e sottilmente provocherebbe un impoverimento del loro indispensabile contributo". 

I "quattro sogni" del Papa per l'Amazzonia - Francesco articola il suo documento in 111 punti con una preghiera finale, formulando i "quattro sogni che l'Amazzonia mi ispira": sociale, culturale, ecologico ed ecclesiale. "Sogno - scrive Francesco . un'Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa"; un'Amazzonia "che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana"; un'Amazzonia "che custodisca gelosamente l'irresistibile bellezza naturale che l'adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste". E continua: "Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici". 

La denuncia contro ingiustizia e devastazione ecologica - E arriva infine la denuncia contro "l'ingiustizia e il crimine" legati al "disastro ecologico" e alla devastazione della regione, gli "interessi colonizzatori" dello sfruttamento minerario e della deforestazione, i rapporti economici che "diventano uno strumento che uccide", gli incendi "provocati intenzionalmente", le "gravi violazioni dei diritti umani" sulle popolazioni originarie e le "nuove schiavitù che colpiscono specialmente le donne", le alleanze cui hanno partecipato anche poteri locali "con la scusa dello sviluppo" e "allo scopo di distruggere la foresta", l'utile "di poche imprese potenti" che non va posto "al di sopra del bene dell'Amazzonia e dell'intera umanità". Tanto che il Papa sente il bisogno di esprimere vergogna e chiedere "umilmente perdono non solo per le offese della Chiesa, ma per i crimini contro i popoli indigeni durante la cosiddetta conquista dell'America e per gli atroci crimini che seguirono attraverso tutta la storia dell'Amazzonia". 
 

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