L'omaggio di una delegazione biancoceleste agli ebrei deportati. Tutti condannano all'unanimità il gesto degli ultras, dallo sport alla politica. Intanto, la Digos ha identificato una decina di responsabili
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Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha deposto una corona di fiori alla sinagoga di Roma sotto la lapide che commemora le persone deportate. La società condanna così gli adesivi antisemiti dei tifosi laziali e qualsiasi forma di razzismo. "Lo scherno non è reato", replicano gli ultras. Da Amsterdam, interviene anche Casa Anna Frank: "Scioccati da queste manifestazioni". La Digos ha identificato una decina di persone coinvolte: 2 sono minorenni.
Le parole di Lotito - "Oggi con questo gesto intendiamo ribadire la nostra posizione, chiara e indefettibile: la Lazio ha sempre represso certi fenomeni, con iniziative nelle scuole. Da oggi intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz". Così il presidente della Lazio Claudio Lotito a margine dell'omaggio in sinagoga.
Il commento di alcuni appartenenti alla comunità ebraica - "La visita non era stata concordata", spiegano fonti della comunità ebraica romana, che aggiungono: "Oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club".
Digos: i responsabili sono 15, tra cui due minori - La Digos ha identificato i 15 ultras responsabili di aver messo gli adesivi antisemiti allo stadio Olimpico di Roma, all'indomani del match Lazio-Cagliari. Tra loro ci sono anche due minori: il più piccolo ha 13 anni. I riconoscimenti dei tifosi, che ora rischiano il Daspo per 8 anni, sono avvenuti grazie alla visione delle immagini delle telecamere e dal lavoro dei poliziotti della Digos, del commissariato Prati e della polizia scientifica. La Procura intanto ha aperto un fascicolo per istigazione all'odio razziale.
Gli Irriducibili: "Solo lo scherno di qualche ragazzo" - "Si tratta di scherno e sfottò da parte di qualche ragazzo forse, perché in questo ambito dovrebbe essere collocata questa cosa, anche in virtù del fatto che, come da sentenza di tribunale, non è reato apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra religione". Così spiega in una nota il direttivo degli Irriducibili della Lazio. "Ma evidentemente nemmeno la Figc se ne ricorda se e' vero che hanno aperto un'inchiesta". Gli ultras avevano già parlato di "sfottò da derby" in riferimento a un altro grave gesto, accaduto a maggio, quando hanno affisso manichini impiccati al Colosseo, sempre contro la Roma.
Lo stupore dei tifosi - Gli Irriducibili Lazio si sono detti "stupiti da tutto questo clamore mediatico" nato intorno a un gesto "circoscritto a un contesto sportivo animato da scherno, sfottò e goliardia". Secondo loro non ci sarebbe alcun intento antisemita nelle immagini di Anna Frank con addosso la maglia della Roma che hanno affisso domenica scorsa in curva sud.
Condanne unanimi - Di tutt'altro parere le prese di posizione che giungono da molti ambienti. La Conferenza episcopale italiana, per bocca di monsignor Antonio Spreafico, presidente della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo, ha bollato la vicenda come una "vergogna". Il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha parlato di "stupidità e ignoranza", mentre la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli legge il fatto come "segno di degrado culturale e assenza di rispetto verso la storia dell'Olocausto". Il deputato Pd Emanuele Fiano, anch'egli ebreo, invita a chiedersi il perché di simili gesti. Il senatore di Ap Fabrizio Cicchitto invita a "identificare ed escludere per sempre dal calcio questa minoranza nazista aggressiva e demente", mentre il ministro dell'Interno Marco Minniti fa sapere di essere impegnato perché questo avvenga.
L'allenatore della Roma: "Io mi sento Anna Frank" - "Da uomo dico che questa è una questione culturale. È assurdo oggi come oggi parlare di antisemitismo, magari con qualcuno che non ha vissuto in quel periodo determinate situazioni. Posso dire a titolo personale che mi sento anche io Anna Frank". Lo ha affermato l'allenatore della Roma Eusebio Di Francesco alla vigilia della gara col Crotone. "È questa la mia risposta a quello che è accaduto in questi giorni, ritengo che sia una assurdità", ha aggiunto.
Alfano: "Siamo tutti Anna Frank" - "Siamo indignati per la strumentalizzazione dell'immagine di Anna Frank, icona della vittima incolpevole e icona dell'umanità impotente di fronte alla brutalità del male, Anna Frank non rappresenta un popolo o un gruppo etnico, Anna Frank siamo tutti noi al cospetto dell'inaccettabile". Così il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, commenta l'episodio degli insulti antisemiti, nel suo intervento alla Conferenza Mediterranea dell'Osce, a Palermo. "La sua figura non può essere usata per offendere qualcuno, è inconcepibile quello che si è verificato".
I tifosi dell'Ascoli diserteranno il minuto di silenzio - Gli ultrà dell'Ascoli entreranno nella curva sud per assistere alla partita di serie B Ascoli-Ternana "dopo il minuto di riflessione deciso dalla Lega" per gli adesivi antisemiti comparsi all'Olimpico. Lo si legge in un post su Facebook firmato dagli Ultrà 1898. "Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale che dimentica i terremotati e i nostri anziani ma è sempre prontissimo a strumentalizzare una decina di adesivi".
Chi era Anna Frank? - Anna Frank è unascrittrice ebrea tedesca morta a 25 anni nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Mentre si nascondeva dalla persecuzione nazista ha scritto un diario che, dopo la sua morte, l'ha consegnata alla fama letteraria.
Casa Anna Frank: "Scioccati da questi gesti" - "Siamo scioccati per queste espressioni antisemite, estremamente dolorose per quanti hanno vissuto le conseguenze della persecuzione ebraica". Interviene così in merito al caso l'organizzazione Casa Anna Frank, di Amsterdam. "Lottare contro l'antisemitismo legato al calcio è parte delle nostre attività educative - si legge -. Siamo lieti di vedere che altri, inclusi i club di calcio italiani, hanno espresso la loro indignazione per questa azione".