"Lumen Fidei": prima enciclica di Bergoglio che riprende anche quanto scritto da Benedetto XVI
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"La fede non è una verità che si imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Il credente non è arrogante". Sono le parole dell'enciclica "Lumen Fidei" di Papa Francesco e che riprende anche quanto scritto dal predecessore Benedetto XVI. Ai contemporanei, "ai quali spesso una verità comune fa paura", la prima enciclica di Francesco ricorda che "la fede risveglia il senso critico e allarga gli orizzonti della ragione".
"Il matrimonio è uomo-donna" - La fede che illumina la città degli uomini, illumina anche la famiglia, la "unione stabile dell'uomo e della donna nel matrimonio", scrive Papa Francesco nella sua prima enciclica, parlando di "riconoscimento e accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne e sono capaci di generare una nuova vita". L'amore dei coniugi, scrive il Papa, "coinvolge tutta la vita e ricorda tanti tratti della fede" ed è possibile "quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti".
"La fede non è un'illusione" - La fede non è una "luce" illusoria che tolga all'esistenza umana "novità e avventura". Non è, come pensava Nietzsche, "un'illusione di luce che impedisce il nostro cammino di uomini liberi verso il domani", si legge nell'enciclica di papa Francesco. La fede non è "un salto nel vuoto che compiamo per mancanza di luce, spinti da un sentimento soggettivo" o "una luce soggettiva, capace forse di riscaldare il cuore, di portare una consolazione privata" senza potersi proporre agli altri come "luce oggettiva o comune per rischiarare il cammino.
"Dio si ascolta, si vede e si tocca" - "La fede cristiana - prosegue il Pontefice - è fede nell'incarnazione del Verbo e nella sua Risurrezione nella carne; è fede in un Dio che si è fatto così vicino da entrare nella nostra storia". La fede cristiana, dunque, si scopre ascoltando, guardando e toccando, come dimostrano varie figure della storia della salvezza, da Abramo ai patriarchi, e come dimostra la storia del popolo di Israele.
"Morte di Cristo è prova del suo amore" - Contrariamente a quanto Dostoevskij fa dire al principe Miskin nell'Idiota, la morte, "gli effetti distruttivi della morte sul corpo di Cristo", non fa affatto perdere la fede. "La prova massima dell'affidabilità dell'amore di Cristo si trova nella sua morte per l'uomo", continua l'enciclica, 84 pagine nella edizione italiana, firmata da papa Francesco il 29 giugno.
"La fede ha bisogno di verità" - "L'uomo - si legge - ha bisogno di conoscenza, ha bisogno di verità perché senza di essa non si sostiene, non va avanti". "La fede, senza verità non salva, non rende sicuri i nostri passi". Ma, rileva l'enciclica di papa Francesco, non è affatto vero che nella "connessione della religione con la verità sia la radice del fanatismo".
"Magistero non limita la libertà" - Papa Francesco si rivolge poi ai teologi, invitandoli a non considerare "il Magistero del Papa e dei vescovi in comunione con lui come qualcosa di estrinsenco, un limite alla libertà" della teologia, "al contrario, come uno dei momenti interni, costitutivi" della teologia, "in quanto il Magistero assicura il contatto con la fonte originaria, e offre dunque la certezza di attingere alla Parola di Cristo nella sua integrità".
"Con il battesimo si dona la vita" - Dando il battesimo ai bambini, anche se non sono capaci di un atto libero, si crea una "sinergia tra la Chiesa e la famiglia nella trasmissione della fede" e, osserva il Papa, con il battesimo i genitori, insieme alla vita, donano ai bimbi "l'orientamento fondamentale dell'esistenza e la sicurezza di un futuro buono".
L'importanza dei sacramenti - Una sezione dell'enciclica "Lumen Fidei" è dedicata ai sacramenti e al loro ruolo nella Chiesa e nella trasmissione della fede. Nei sacramenti, spiega il testo, si trasmette una fede per tutta la persona, "copro e spirito, interiorità e relazione". Il documento pontificio ricorda inoltre l'importanza della Tradizione apostolica, per cui la successione dei vescovi nelle diverse generazioni garantisce che la Chiesa possa trasmettere "a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede".