La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del codice di procedura penale che prevede la custodia cautelare in carcere quando sussistono gravi indizi di colpevolezza per il delitto di violenza sessuale di gruppo
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No alla custodia cautelare in carcere per il reato di stupro di gruppo, se si possono applicare misure alternative. La decisione è della Consulta, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma relativa del codice di procedura penale. Il passaggio in questione stabilisce infatti che, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per la violenza sessuale del branco, si applica unicamente la custodia cautelare in carcere.
La norma "bocciata" dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.232, prevede che quando sussistono gravi indizi di colpevolezza per il delitto di violenza sessuale di gruppo si applica unicamente la custodia cautelare in carcere. Ora la Consulta ha stabilito che, se in relazione al caso concreto, emerga che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure, il giudice può applicarle.
Consulta: "Reato resta fra i più odiosi e riprovevoli" - Nella sentenza, peraltro, la Corte conferma la gravità del reato, da considerare tra quelli più "odiosi e riprovevoli". Ma la "più intensa lesione del bene della libertà sessuale", "non offre un fondamento giustificativo costituzionalmente valido al regime cautelare speciale previsto dalla norma censurata", scrive la Corte.