Consiglio superiore della magistratura diviso dopo che 4 consiglieri si sono autosospesi per la "bufera nomine", che non li vede comunque indagati penalmente
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Niente dimissioni per i togati del Csm che si sono autosospesi. Secondo Magistratura Indipendente devono anzi "riprendere a esercitare le loro funzioni", tornando a Palazzo dei Marescialli. E' la posizione espressa al termine di una lunga riunione alla quale hanno partecipato anche gli stessi consiglieri ai quali è stata rinnovata la "fiducia".
Nell'organo di autogoverno delle toghe è in corso un braccio di ferro che vede schierati, da una parte o dall'altra, pezzi di potere giudiziario: c'è chi, a cominciare dall'Anm, chiede le immediate dimissioni dei quattro consiglieri che si sono autosospesi a seguito dello scandalo (pur non essendo penalmente indagati) e chi ne appoggia il loro immediato reintegro.
Il vicepresidente del Csm, David Ermini, ha avuto un colloquio dai toni, a detta di chi c'era, "franchi, ma civili", con i diretti interessati ovvero Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Corrado Cartoni (Magistratura Indipendente) e Gianluigi Morlini (Unicost). Nel rispetto delle garanzie, c'è stato da Ermini un invito a prendere una decisione rapida sulle dimissioni, facendo appello alla massima responsabilità istituzionale.
Gli autosospesi hanno assicurato una decisione in tempi brevi, ma poche ore dopo una doccia fredda è arrivata dall'Assemblea degli iscritti di Magistratura Indipendente, che ai tre togati iscritti ha rinnovato la fiducia auspicandone "la pronta ripresa delle attività consiliari". Magistratura Indipendente "stigmatizza l'impropria campagna mediatica originata da un procedimento penale a carico di magistrati estranei a Magistratura Indipendente - si legge nella nota che sintetizza la posizione uscita dall'assemblea - . Sottolinea la propria contrarietà a decisioni basate su giudizi sommari non suffragati dalla compiuta conoscenza degli atti".
Csm diviso - Le divisioni all'interno del Csm sono sempre più profonde e poco importa che, nella stessa nota, MI ribadisca "l'esigenza del rigoroso rispetto dei profili etico professionali, nell'esercizio delle funzioni di magistrato e di consigliere, nonché l'impegno ad evitare, in futuro ogni contatto con qualunque esponente politico estraneo al Csm, ancorché magistrato", né che si evidenzi "la centralità del Csm quale unico luogo di confronto istituzionale".