"IL CASO NON FINISCE QUI"

Caso Cucchi, la famiglia contro il Ministero La sorella: per fermarmi devono uccidermi

All'indomani dell'assoluzione in Appello di tutti gli imputati, il legale dei parenti di Stefano annuncia: "Azione legale contro il dicastero della Giustizia". Il presidente della Corte di Roma: "Non si può condannare senza prove. No a gogna mediatica"

02 Nov 2014 - 13:20
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"Intraprenderemo un'azione legale nei confronti del ministero della Giustizia affinché si possa riconoscerne la responsabilità rispetto alla morte di Stefano". Così il legale della famiglia Cucchi all'indomani dell'assoluzione in Appello di tutti gli imputati nel processo per la scomparsa del giovane. "Il caso non finisce qui", dichiara la sorella della vittima, Ilaria. Il presidente della Corte di Roma Luciano Panzani: "Senza prove si deve assolvere".

Caso Cucchi, la famiglia contro il Ministero La sorella: per fermarmi devono uccidermi

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Ilaria Cucchi: "Per fermarmi devono uccidermi" - "Mi devono uccidere per fermarmi". Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dopo le assoluzioni in secondo grado. "Non ce l'ho con i giudici di Appello ma adesso da cittadina comune mi aspetto il passo successivo e cioè ulteriori indagini, cosa che chiederò al procuratore capo Pignatone".

"Non è finita qui - aggiunge -. Se lo Stato non sarà in gradi di giudicare se stesso, faremo l'ennesima figuraccia davanti alla Corte europea. Sono molto motivata".

Perché chiamare in causa il Ministero - Secondo la difesa della famiglia Cucchi, da entrambi i processi emerge che comunque un pestaggio nelle celle del Tribunale c'è stato e quindi si chiama ora in causa il ministero della Giustizia affinché riconosca la sua responsabilità dal punto di vista di un risarcimento danni.

Presidente della Corte di Appello: "Non si può condannare senza prove" - "Il giudice penale deve accertare se vi sono prove sufficienti di responsabilità individuali e in caso contrario deve assolvere. E' quello che i miei giudici hanno fatto anche questa volta". Lo afferma il presidente della Corte d'Appello di Roma, Luciano Panzani, dopo le polemiche sulla sentenza.

"No alla gogna mediatica" - Sulla assoluzione in Appello degli imputati per la morte di Cucchi, aggiunge Panzani, "nessuna gogna mediatica e nessun invito a 'far pagare i magistrati per i loro errori' se non vogliamo rischiare di perdere molto più di quanto già si sia perso in questa triste vicenda".

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