Andrea Pellegrini, che deve rispondere del reato di tortura, ha riferito che quando l'uomo è caduto dalla finestra il poliziotto più vicino, pur stando in un'altra stanza, era Fabrizio Ferrari
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Sul caso di Hasib Omerovic, l'agente di polizia di Primavalle (Roma) ha respinto ogni accusa. Andrea Pellegrini, ai domiciliari, deve rispondere del reato di tortura. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, oltre a negare di avere picchiato e legato Omerovic, al gip ha riferito che quando l'uomo è caduto dalla finestra il poliziotto più vicino, pur stando in un'altra stanza, era Fabrizio Ferrari, che ha collaborato con gli inquirenti.
Secondo quanto riferito dai legali difensori Eugenio Pini e Remo Pannain, Pellegrini ha negato qualsiasi forma di violenza respingendo le contestazioni che gli vengono mosse. L'agente ha riferito che gran parte delle dichiarazioni fatte da Fabrizio Ferrari non corrispondono alla verità.
"Ha fermamente negato tutte le azioni che gli sono state contestate, cioè di non aver mai tirato schiaffi o urlato contro Hasib - spiega Pannain - e anche dopo le domande poste a chiarimento delle sue dichiarazioni ha precisato una cosa ovvia e logica: 'Se io lo dovevo legare il ragazzo non avrei usato il fil di ferro, ma lo avrei ammanettato'". Oltre a Pellegrini il gip ha ascoltato anche gli altri due agenti indagati e per i quali l'accusa è di falso.