E' stata riconosciuta la responsabilità penale dell'ex primo cittadino in relazione a una cinquantina di cene che sarebbero state pagate con la carta di credito del Campidoglio
© ansa
Ignazio Marino, l'ex sindaco di Roma, è stato condannato nel processo d'appello per la vicenda degli scontrini a due anni di reclusione. In primo grado era stato assolto. E' accusato di peculato e falso. Nel giudizio il Comune si è costituito parte civile. Marino dopo la condanna: "E' una sentenza politica in vista delle elezioni".
La Procura generale chiedeva per il chirurgo la condanna a due anni e mezzo per il caso delle cene pagate con la carta di credito del Campidoglio e l'assoluzione dall'accusa di truffa per la vicenda della onlus.
Accompagnato dai suoi legali, Marino non ha immediatamente risposto ai cronisti che gli chiedevano una dichiarazione, lasciando gli uffici del tribunale capitolino scuro in volto. In particolare, è stata riconosciuta la responsabilità penale dell'ex primo cittadino in relazione a una cinquantina di cene che sarebbero state pagate con la carta di credito del Campidoglio. Marino ha avuto come pena accessoria il riconoscimento delle spese legali sostenute dal Comune.
Marino: "Sentenza politica" - L'ex sindaco ha commentato dopo qualche ora con un comunicato la sentenza: "La Corte di Appello di Roma oggi condanna l'intera attività di rappresentanza del Sindaco della Città Eterna". "In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività - scrive Marino -, il Sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare. Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio".