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Lo annuncia lui stesso: "Sono disperato. Vorrei non fosse finita così"
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E' diventata definitiva la condanna a cinque anni di reclusione per Gabriele Paolini, noto ai più per essere un "disturbatore tv". La Cassazione ha confermato la sentenza emessa a settembre dalla Corte d'appello di Roma nei confronti di Paolini per l'accusa di induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale su minori.
L'annuncio di Gabriele Paolini sui social - "Il mio avvocato mi ha informato della decisione dei supremi giudici - ha detto Paolini rendendo nota la sentenza - sono disperato. Vorrei non fosse finita così. Nelle prossime ore mi andrò a costituire all'Autorità di polizia".
La vicenda - Gabriele Paolini era stato condannato per avere avuto rapporti sessuali nel 2013 con tre minorenni in cambio di denaro e regali. Nei suoi confronti le accuse sono di induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. Quattro italiani e uno romeno, secondo la Procura, i ragazzini che avrebbero subito abusi. I cinque vennero adescati dall'uomo tramite internet e filmati in alcuni video fatti in un garage, teatro degli incontri incriminati. Nell'ordinanza di arresto il gip scriveva che il disturbatore televisivo ha messo in atto nei confronti dei ragazzini un "insistente tentativo di persuasione, pur a fronte delle palesi resistenze oppostegli, con modalità espressive di reiterata e collaudata tecnica di induzione".
Per l'accusa Gabriele Paolini li avrebbe adescati in chat, plagiati e vinto le loro resistenze dopo averli convinti ad avere rapporti sessuali con lui a pagamento. Non solo. Secondo quanto ricostruito dalla Procura l'imputato, per superare le resistenze delle sue giovani vittime, ha nei loro confronti corrisposto somme di denaro convincendoli anche a filmare i rapporti. Per questa vicenda, nel novembre del 2013, Paolini finì nel carcere di Regina Coeli per qualche mese.
Chi è Gabriele Paolini - Prima della vicenda pedofilia, Gabriele Paolini era noto alle cronache per essere un disturbatore tv, cioè un personaggio che prendeva di mira i giornalisti durante le loro dirette. Piombava alle spalle spesso per lanciare imbarazzanti messaggi su fantomatiche campagne politico-sessuali. Con le sue incursioni ha anche prodotto una sorta di mini documentario in cui ha inserito una carrellata di comparsate collezionate durante dirette in esterni di tg e programmi televisivi, tra offerte di preservativi, invettive contro i politici e proteste in mutande con tanto di megafono. Paradossalmente la vendita di questo film avrebbe dovuto portare fondi a una Onlus che si occupava della tutela dei bambini e la lotta contro la pedofilia. Storiche rimarranno le litigate (spesso sfociate in denunce per interruzione di pubblico servizio) di giornalisti. Uno su tutti: Paolo Frajese del Tg1 che arrivò a inseguirlo per prenderlo a calci nel sedere nel 1998.