PROCESSO DA RIFARE

Cassazione: il processo d'appello "Ruby bis" è da rifare

La Terza sezione penale della Cassazione ha accolto i ricorsi degli imputati Emilio Fede e Nicole Minetti. Dichiarato "inammissibile" il ricorso della Procura di Milano

23 Set 2015 - 01:37
 © ansa

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La Terza sezione penale della Cassazione ha deciso che il processo d'appello "Ruby bis" a carico di Emilio Fede e Nicole Minetti è da rifare. Sono stati così accolti i ricorsi dei due imputati. "Inammissibile" invece il ricorso della Procura di Milano che chiedeva condanne più alte. Fede era stato condannato a 4 anni e 10 mesi, Minetti a 3 anni.

I supremi giudici, presieduti da Claudia Squassoni, hanno così disatteso le richieste della Procura della Cassazione rappresentata dal Sostituto Ciro Angelillis. Il Pg, nella sua requisitoria durata un'ora e mezza, aveva chiesto agli Ermellini di annullare la condanna a 4 anni e tre mesi di reclusione inflitta in appello a Fede, che in primo grado aveva ricevuto sette anni. Lo 'sconto' di pena - dovuto al venir meno dell'accusa di aver saputo che Ruby era minorenne - sarebbe stato eccessivo, ad avviso del Pg, per un uomo pienamente consapevole di "aver procacciato" una diciassettenne.

Il verdetto di martedì sera sembra aver accolto la tesi delle difese di Fede e Minetti. L'avvocato Maurizio Paniz, che ha difeso l'ex direttore del Tg4, nella sua arringa, ha insistito nel sostenere che "non c'è alcuna prova, nemmeno nelle intercettazioni delle 'Olgettine', che coinvolga Fede nell'accusa di favoreggiamento: lui e Mora procacciavano le ragazze per le cene di Arcore, e Fede si limitava solo ad invitarle". "L'invito a partecipare a una cena - aveva aggiunto Paniz - non può essere considerato favoreggiamento".

Con la decisione di riaprire il processo d'Appello, torna in alto mare anche l'accusa - mossa al solo Fede - di aver tentato di far prostituire anche Danese, Battilana e Fadil. Ci vorranno almeno 30 giorni per conoscere le motivazioni che hanno spinto i supremi giudici ad annullare le condanne e a riaprire il dibattimento davanti a un'altra Sezione della Corte di Appello di Milano. Un risultato probabilmente non sperato dalle difese: Paniz aveva concluso chiedendo clemenza per Fede "che ha 84 anni ed è incensurato" invocando per il suo cliente almeno la concessione delle attenuanti.

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