Gli provocò lesioni cerebrali

Cc ucciso, Elder fu arrestato nel 2016: picchiò e ferì un compagno di classe durante un party

Uno dei due americani accusati dell'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega a 16 anni sferrò un pugno a un coetaneo causandogli lesioni cerebrali

30 Lug 2019 - 18:44
 © ansa

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Il 19enne Finnegan Lee Elder, uno dei due giovani americani detenuti per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, fu arrestato nel 2016 per aver aggredito un compagno di classe e della squadra di football durante un party. Elder, allora 16enne, sferrando un pugno, gli procurò lesioni cerebrali. Lo scrive il San Francisco Chronicle, citando uno zio, Sean Elder. L'uomo ha riferito che l'incidente faceva parte di uno "scontro reciprocamente concordato", assicurando che la scuola non ha inflitto punizioni disciplinari al nipote. Né è chiaro se il giovane allora subì una condanna penale.

Il coetaneo colpito ebbe una lunga convalescenza. All'epoca Finnegan aveva 16 anni e frequentava la scuola cattolica Sacred Heart Cathedral Preparatory di San Francisco.

Il suo caso fu trattato da una corte minorile, la quale stabilì che commise un reato, ma non è chiaro se subì una condanna.

Lo zio Sean Elder ha riferito che della scazzottata "erano a conoscenza molti giocatori della squadra, che lo incoraggiarono". "Conosco Finn da sempre e non l'ho mai visto essere violento o perdere le staffe", ha aggiunto, assicurando che la scuola non inflisse punizioni disciplinari al nipote.

L'altro studente nomina legale caso Cucchi e omicidio Sapienza L'avvocato Francesco Petrelli è il nuovo difensore di Christian Gabriel Natale Hjorth, il giovane americano in carcere insieme al connazionale Elder Finnegan Lee per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega.

Il penalista è anche il legale del carabiniere Francesco Tedesco, imputato nel processo in corte d'assise sul pestaggio subito in caserma da Stefano Cucchi al momento dell'arresto, la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Tedesco, accusato di omicidio preterintenzionale, è considerato un superteste: ha chiamato in causa due colleghi dell'Arma (anche loro sotto processo) per le botte date al giovane geometra.

Petrelli, rappresentante della Camera penale capitolina, ha anche fatto parte del collegio di difesa di Giovanni Scattone, imputato per la morte di Marta Russo all'università La Sapienza di Roma il 9 maggio 1997.

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