Fabio Manganaro bendò Chistian Gabriel Natale Hjorth, mentre Silvio Pellegrini pubblicò l'immagine "incriminata", diffusa in due chat
Rischiano un processo i due carabinieri accusati, a seconda delle posizioni, di avere bendato l'americano Chistian Gabriel Natale Hjorth, mentre era in stato di fermo in caserma per la vicenda di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma nel luglio scorso, e scattato una foto poi diffusa. La Procura di Roma ha chiuso le indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di due militari dell'Arma.
In particolare i pm di piazzale Clodio contestano al carabiniere Fabio Manganaro l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge per avere bendato il giovane californiano, mentre al collega Silvio Pellegrini il reato abuso d'ufficio e pubblicazione di immagine di persona privata della libertà per avere scattato la foto.
L'immagine di Gabriel Christian Hjort, bendato e con il capo chino in una stanza della caserma di via in Selci, venne diffusa "su almeno due chat Whatsapp, delle quali una dal titolo 'Reduci ex Secondigliano' con 18 partecipanti, dalla quale veniva poi ulteriormente diffusa da terzi ad altri soggetti e chat" arrecando al giovane statunitense "un danno ingiusto", scrivono i pm di Roma nell'atto di chiusura delle indagini nei confronti del carabiniere Silvio Pellegrini.
L'indagato avrebbe anche fornito "specifiche indicazioni sui primi risultati investigativi ottenuti (circa ad esempio il fatto che i ragazzi erano in cerca di cocaina) violando quindi i doveri inerenti alle funzioni o al servizio o comunque abusando delle sua qualità, rivelava a terzi notizie che dovevano rimanere segrete (tale essendo quella relativa alla individuazione di sospettati nel corso delle indagini di polizia giudiziaria) e comunque agevolava la conoscenza".