MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

Cerciello Rega, i giudici: "Dagli imputati indubbia capacità criminale"

Nelle motivazioni della sentenza all'ergastolo emessa il 5 maggio per i due giovani americani, i magistrati hanno definito allarmante la personalità di Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth

16 Lug 2021 - 22:33

I giudici della prima Corte d'Assise di Roma hanno definito "allarmante" la personalità di Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, imputati per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, "nonostante la loro giovane età". Nelle motivazioni della sentenza all'ergastolo per i due giovani americani, i magistrati hanno evidenziato "l'indubbia capacità criminale di entrambi".

Tutto scaturito per una notte di "sballo" Nel documento i giudici ricostruiscono la drammatica vicenda avvenuta in una via a pochi metri da piazza Cavour, nel luglio del 2019. Ciò che emerge è "la frustrazione di due ragazzi - si afferma nell'atto - entrambi di famiglie benestanti, che si trovano in Italia, in vacanza e quella sera cercavano lo "sballo" a Trastevere, volevano assumere alcol e cocaina, ricevuta la "sola" da Brugiatelli e da Pompei pianificano la richiesta estorsiva non già perché la somma loro sottratta sia importante, tutti e due ammettono che 80 euro non era un importo rilevante per loro, ma la frode subita suscita in loro rabbia, voglia di rivalsa, devono dimostrare a loro stessi che nessuno può raggirarli così facilmente", proseguono i giudici.

Azione delittuosa voluta da entrambi Per la prima corte d'Assise "i due imputati hanno agito all'interno di un programma condiviso e voluto da entrambi, l'azione delittuosa inizia insieme e termina insieme. Sia Elder che Hjorth hanno agito secondo un programma preordinato in cui l'evento letale costituisce una prevedibile, probabile conseguenza della condotta attivamente posta in essere da due correi che hanno integralmente condiviso i fatti di quella sera". I due studenti americani "sono ben consapevoli di trovarsi in una situazione di illiceità da loro stessa provocata e dalla quale non possono ritenersi legittimati ad uscire mediante il ricorso a una simile violenza, non siamo di fronte ad una reazione armata ma al contrario ad un'azione finalizzata all'offesa volta ad evitare il verosimile arresto da parte delle forze dell'ordine intervenute sul posto e qualificatesi".

Mai manifestato segni di ravvedimento I giudici concludono affermando che gli imputati "al processo hanno continuano a manifestare sostanziale distacco dalle vicende di quella notte e dal loro tragico epilogo. Non hanno mai manifestano segni concreti di ravvedimento, nessuna riebolazione in chiave critica di quelle condotte, al contrario fanno di tutto per diminuire le loro obiettive responsabilità".

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