Intervistato a "Zona Bianca" l'arcivescovo emerito di Palermo: "Prima votazione di bandiera poi si restringe subito"
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Cresce l'attesa sulla data in cui avrà inizio il conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, stabilita dalla congregazione generale che riunisce i 135 cardinali con diritto di voto. "Molti non si conoscono e nelle congregazioni ascolteranno gli interventi", spiega il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo che avendo superato gli 80 anni non sarà tra i porporati "chiusi" nella Sistina.
Dagli italiani Parolin, Zuppi e Pizzaballa al filippino Tagle: da diversi giorni circolano i nomi dei cosiddetti "papabili", preludio di un conclave aperto dalla durata incerta. "Sono tutti nomi degni ma non è escluso che alla fine si vada fuori", dice il cardinale Romeo che sulla durata delle votazioni ricorda la brevità che ha contraddistinto le ultime elezioni, di Benedetto XVI nel 2005 e di Bergoglio nel 2013. "Sono durate 2 giorni, tutte le alchimie e i programmi non esistono perché è nelle congregazioni generali che esce fuori la figura del papa", spiega il porporato siciliano.
Il cardinale Romeo svela poi i meccanismi di voto che si attivano dopo la chiusura delle porte annunciata con la formula "extra omnes" (fuori tutti ndr). "La prima votazione di solito è di bandiera dove ognuno vota per i suoi candidati, poi il campo si restringe subito", afferma l'arcivescovo emerito di Palermo. E aggiunge. "Dentro al conclave non c'è uno scambio di opinioni, al massimo è consentito un commento con il cardinale seduto vicino".