E' indagato per traffico di influenze. Sentito anche l'imprenditore Carlo Russo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Matteo Renzi: "Se mio padre colpevole, pena doppia"
E' durato oltre tre ore l'interrogatorio a Roma del padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta Consip. "Mai preso soldi", la sua difesa. Secondo i pm avrebbe aiutato l'imprenditore Alfredo Romeo a rafforzare i suoi contatti nella centrale acquisti della P.a. in cambio della promessa di denaro. Sentito anche l'imprenditore Carlo Russo, che però non ha risposto ai magistrati.
Il padre dell'ex premier ha lasciato piazzale Clodio senza fare dichiarazioni. A parlare, invece, è stato il suo legale: "Mai preso soldi. Si è trattato di un evidente caso di abuso di cognome", si è difeso Tiziano Renzi davanti ai pm, secondo quanto riferito dal difensore Federico Bagattini. "Il dottor Renzi - ha spiegato il legale - ha risposto a tutte le domande" e ha precisato di "non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda", ha negato di aver mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo e di essere mai stato in Consip. Nel corso dell'interrogatorio ha escluso anche di conoscere Denis Verdini.
Russo interrogato per oltre 4 ore: nessuna risposta - I pm Mario Palazzi John Woodcock hanno sentito per oltre quattro ore Carlo Russo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere su indicazione dei suoi difensori, gli avvocati Gabriele e Marco Zanobini. "Intendiamo far rispondere il nostro assistito - hanno spiegato i difensori - quando saremo su un piano di parità, ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione".
L'interrogatorio di Russo si è svolto nella caserma dei carabinieri di Ognissanti a Firenze. L'imprenditore è accusato dall'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, di aver esercitato pressioni, per conto di Tiziano Renzi e Denis Verdini, in merito ad un appalto da 2,7 miliardi di euro.
Matteo Renzi: "Processo in tempi rapidi" - "Se c'è un parente di un politico indagato in passato si pensava a trovare le soluzioni per scantonare il problema ed evitare i processi. Io sono fatto in un altro modo: per me i cittadini sono tutti uguali. Anzi. Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia". Lo ha detto Matteo Renzi a Otto e mezzo.
"Dibattito surreale, processi non sui giornali" - "Trovo questa discussione abbastanza surreale: dite 'relazioni pericolose', 'travolgere'... Ma i processi non li fate voi sui giornali si fanno nelle aule del tribunale", ha poi sottolineato l'ex premier. Luca Lotti deve dimettersi? "A mio giudizio assolutamente no. Conosco Lotti da anni ed è una persona straordinariamente onesta, lo devono sapere sua moglie e i suoi figli. Io non scarico mai gli altri: non l'ho fatto con Delrio, Boschi e ora Lotti. Non accetto processi sommari".