A “Mattino Cinque” la storia di Stefania, finita in terapia intensiva a febbraio a Roma, mandata a casa dall'ospedale senza le analisi del sangue: ora è ancora ricoverata
L’incubo di Stefania Giardoni è iniziato il 19 febbraio quando ha accusato i primi sintomi da coronavirus. La sua è stata, ed è tutt’ora, un’odissea come racconta a “Mattino Cinque”. Il 7 marzo è ricoverata alla terapia intensiva dell’ospedale Spallanzani di Roma, ma non è per fortuna, intubata. Nel frattempo, Stefania Giardoni è trasferita all’ospedale di Casal Palocco da dove è dimessa il 3 aprile dopo due tamponi negativi. Però non viene sottoposta alle analisi del sangue che avrebbero individuato la presenza di anticorpi che stavano combattendo il virus.
Solo due giorni dopo, Stefania Giardoni è ancora al pronto soccorso. Il nuovo tampone e le analisi del sangue non lasciano dubbi: il coronavirus c’è ancora. “Non è che mi sono riammalata, io sono uscita da là ancora positiva” racconta Stefania Giardoni. Ora è ricoverata all’ospedale San Camillo in attesa di guarire.