In un interrogatorio in procura a Roma durato nove ore, Manuel, accusato della morte di Luca Varani, punta il dito contro Marco, reo di essere anche lui complice del delitto
Torna a parlare dal carcere Regina Coeli Manuel Foffo, accusato dell'omicidio di Luca Varani assieme all'amico Marco Prato.In un interrogatorio durato nove ore Foffo non le manda a dire e ci tiene a sottolineare che Prato non è rimasto fermo a guardare ma che è colpevole quanto lui e per questo anch'esso meritevole dell'ergastolo."Io sono disposto a farmi l'ergastolo, ma anche Prato se lo deve fare, perché mi ha istigato e plagiato", queste alcune dichiarazioni.
Il racconto dell'accusato si concentra sul giorno del delitto, nell'appartamento del quartiere Collatino, a Roma. Quando la vittima entrò in casa, Manuel e Marco hanno intuito che lui sarebbe stato la loro vittima. "Quando Luca Varani è entrato in casa, io e Marco ci siamo guardati in faccia, ed è scattato un clic. Quella notte abbiamo deciso di uccidere. Un pensiero che non mi aveva mai sfiorato prima", ha detto Foffo durante il resoconto.
Prato diede a Varani un cocktail che le analisi di laboratorio hanno poi appurato contenere la droga dello stupro, in enorme quantità, per stordirlo e rendere più facili le sevizie. "Non è vero che Prato mi ha solo guardato e baciato sulla testa mentre succedeva tutto. Era con me, ha partecipato", ha detto tra le lacrime Manuel.
I due colpirono Luca con 30 coltellate e martellate: " Lo colpivamo ma non moriva" ha raccontato Prato. "Dimostrava una grande voglia di vivere il ragazzo". Luca ha provato a resistere, attaccato alla speranza di salvarsi.