Maurizio Diotallevi ha raccontato agli inquirenti: "Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla, ma il mio è stato un raptus". Nicoletta è stata strangolata e tagliata con una sega
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Maurizio Diotallevi, l'uomo accusato di aver ucciso e fatto a pezzi la sorella a Roma, ha raccontato agli inquirenti che "erano due mesi che stavo pensando di ucciderla, ma il mio è stato un raptus: mi umiliava in continuazione". Durante l'interrogatorio, l'uomo ha fornito una versione "lucida" di quanto avvenuta nella casa di via Guido Reni il 14 agosto.
Dai primi risultati dell'autopsia emerge che la donna sarebbe stata strangolata con una cintura e fatta a pezzi con un sega e poi con un coltello. I resti di Nicoletta Diotallevi sono stati poi gettati dal fratello in due cassonetti a Roma: verrebbe così confermata la versione fornita dal fratello agli inquirenti che gli contestano l'omicidio volontario e l'occultamento di cadavere.
Dettagli cruenti - Nel corso dell'interrogatorio di mercoledì sono emersi anche altri dettagli cruenti: Diotallevi per tagliare il corpo della sorella ha utilizzato due seghe che aveva in casa e un coltello per tagliare la carne. Nel corso della macabra operazione una delle seghe si è rotta e parte della lama è rimasta conficcata in una gamba. "Ho dovuto utilizzare l'altra sega e poi il coltello per tagliare". Il fermato avrebbe raccontato che era sua intenzione gettare la donna nel solo cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski ma il peso del cadavere ha reso l'operazione impossibile. L'uomo ha deciso di gettare l'altra parte del corpo a pochi metri dalla propria abitazione in via Guido Reni dove c'era un cassonetto parzialmente inclinato e ciò rendeva l'operazione più facile.