Il 32enne Valentino Talluto è accusato di epidemia dolosa per aver contagiato circa 30 donne e tre loro partner
"Spero di essere perdonato, ero sicuro di non fare del male a nessuno". Nonostante Valentino Talluto abbia finalmente ammesso di essere lui l'untore che ha contagiato 27 compagne (ma si stimano in tutto 43 casi diretti e indiretti) e abbia chiesto perdono, la Procura di Roma non crede alle parole del 31enne. "Spero che un giorno queste persone mi possano perdonare. Il rimorso dei miei errori mi sta distruggendo", afferma ancora Talluto. Ma agli inquirenti l'uomo sembra più "ingrugnito" che "mortificato".
Il 32enne romano che, pur consapevole della propria sieropositività, non ha esitato infatti ad avere rapporti sessuali non protetti con donne, molte delle quali conosciute per chat, alle quali ha trasmesso il virus Hiv. Arrestato il 24 novembre con l'accusa di lesioni gravissime nei confronti di sei donne, all'uomo è stata notificata una seconda misura restrittiva con un "aggiornamento" della situazione.
Ora sono 43, complessivamente, i casi di contagio diretti (una trentina), indiretti (un bimbo e 3 partner maschili di donne in precedenza contagiate) e di donne scampate all'infezione, contestati a Talluto. Nell'ordinanza firmata dal gip di Roma Francesco Patrone si configura ancora il reato di lesioni gravissime, ma l'uomo è indagato dalla procura anche per epidemia dolosa.
Tra gli episodi contestati a Talluto, a partire dall'aprile del 2006 e fino al 23 novembre scorso (giorno precedente il suo primo arresto), anche il caso di un bambino, figlio di una straniera da lui contagiata anni prima, al quale è stato diagnosticato il virus Hiv all'età di otto mesi, unitamente all'encefalopatia, causalmente riconducibile, è detto in uno dei capi di imputazione, allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto.
Altro caso emblematico è quello di una donna in stato di gravidanza che ha avuto la fortuna di scampare al contagio dopo aver avuto rapporti sessuali con Talluto. Un'inchiesta delicata e complessa, quella condotta dalla procura di Roma, sopratutto perché gli inquirenti hanno dovuto contattare le ragazze, in molti casi giovanissime, e raccontare loro chi realmente fosse quel ragazzo conosciuto in chat.
Con alcune delle sue partner, l'uomo ha stabilito anche relazioni più durature senza però mai raccontare come stavano realmente le cose. Anche quando è stato interrogato l'uomo ha negato di essere affetto dal virus per poi crollare e ammettere tutto. Secondo quanto accertato Talluto, già a 21 anni era a conoscenza del suo stato di salute. Dal 2006 però ha continuato, forse per puro egoismo, ad avere incontri sessuali con un numero di donne che rimane, tuttora, ancora non definitivo.