Il 31enne era stato portato d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma. I carabinieri indagano sul caso. Il sindaco: "Il Comune si costituirà parte civile"
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Non ce l'ha fatta Satnam Singh, il lavoratore indiano di 31 anni abbandonato in strada a Cisterna di Latina, dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro, avvenuto due giorni fa. E' stata infatti dichiarata la morte cerebrale per il 31enne, che era stato portato d'urgenza con eliambulanza all'ospedale San Camillo di Roma.
Sono in corso le indagini dei carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Cisterna di Latina e della stazione di Borgo Podgora di Latina che erano intervenuti sul posto dopo una segnalazione. Ancora da accertare le cause dell'incidente: il 31enne probabilmente è stato agganciato da un macchinario avvolgi plastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Dopo l'incidente è stato abbandonato nei pressi della propria abitazione, mentre il braccio tranciato è stato lasciato dentro una cassetta per la raccolta degli ortaggi.
"Provo sgomento per la morte del bracciante vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 17 giugno a borgo Santa Maria". E' quanto dichiarato dal sindaco di Latina Matilde Celentano, dopo la notizia del decesso del trentunenne di origine indiana morto questa mattina all'ospedale San Camillo di Roma. "Il giovane uomo rimasto gravemente ferito era stato poi abbandonato in strada anziché soccorso. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall'intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo - aggiunge -. L'episodio avvenuto nella nostra città costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Nell'esprime cordoglio alla famiglia del bracciante deceduto, anche da parte dell'amministrazione comunale tutta, sarà mio impegno affinché il Comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga".
"Chi chiederà perdono per Satnam Singh?". Se lo chiede Bruno Giordano, magistrato ex direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro e padre della legge contro il caporalato, dopo la morte atroce del bracciante indiano a Latina. "Se sei straniero, irregolare, hai bisogno di un pezzo di pane per campare - dice il magistrato - devi lavorare a nero, senza sicurezza, senza dignità, senza speranza". E "se mentre raccogli la frutta che vogliamo avere fresca al supermercato o mieti il grano per il nostro pane quotidiano, per tre euro all'ora, a 40 gradi all'ombra, ti strappano un braccio, non chiamano nemmeno un'ambulanza, ti scaricano da un furgone sul ciglio di una strada e buttano il tuo braccio in un campo, e muori dissanguato - osserva - sei in Italia, nel Paese in cui non dobbiamo disturbare chi ha voglia di fare".