"Mattino Cinque News" una testimone parla del clima di terrore vissuto quando frequentava la "veggente": "Sono stata molto male, si è plagiati"
Continuano le testimonianze sui fatti legati alla Madonna di Trevignano e alla "veggente" Gisella. La donna ha già ricevuto diverse denunce da suoi ex fedeli per abuso della credulità popolare e in particolare per le raccolte fondi e per le donazioni ricevute dai credenti, che avrebbero creato un business da oltre 100 mila euro. A "Mattino Cinque News", un'altra testimone ha fatto nuove importante rivelazioni su Gisella: "Sentivo il terrore, sentivo la paura e mi sentivo una gran peccatrice", sostiene la donna intervistata dal programma di Canale 5.
Secondo questa testimonianza, intorno a sé Gisella aveva creato una vera e propria setta: "Avevo paura di non essere più protetta - spiega la persona intervistata di spalle -. I messaggi che mi inviava Gisella, o quando mi parlava, erano chiari: se sei con noi nulla ti succederà perché sei protetta. Se sei contro di noi sei all'inferno. Sono stata molto male: non ti senti più una persona libera, non hai possibilità di scegliere. Senti che qualsiasi cosa fai non sai più se è una cosa giusta o sbagliata. Non sai più se quello che sei è reale oppure se c'è qualcuno che ti sta manovrando e tu non sai neanche chi sia. Si sviluppa una forma di dipendenza: si può parlare assolutamente di plagio. Perché le persone quando sentono paura non possono che rimanere dove stanno".
Nella seconda parte dell'intervista, la testimone fa riferimento anche ad alcuni episodi che spiegano come funziona l'ambiente intorno a Gisella: "Una volta delle persone mi chiamarono per dirmi: guarda, abbiamo ricevuto una telefonata dove ci dicono che ci sarà un terremoto da Nord a Sud e che questo terremoto comporterà dei gravi danni e che dobbiamo essere pronti a scappare e prparare una valigia con l'occorrente per tre giorni".
La testimone poi spiega come e perché ha deciso di lasciare il giro di Gisella: "Quando ho visto dentro la camera di Gisella un'ostia consacrata che era esposta dentro la sua camera, vicino al letto matrimoniale - ha detto -. Quello che mi è stato detto è che siccome si riteneva che le chiese sarebbero state chiuse e che quindi sarebbe stata negata l'ostia ai fedeli allora bisognava avere sempre un'ostia consacrata in un posto sicuro". Uscire da questa sorta di setta non è stato facile: "Pensavo che forse c'era il diavolo che mi stava tentando - ha proseguito la donna - mi sono rivolta a degli esorcisti perché avevo paura di essere stata posseduta".