PERQUISIZIONI AL CAMPIDOGLIO E IN REGIONE LAZIO

Mafia, Alemanno indagato: "Io estraneo" Roma: 37 arrestati e cento coinvolti

Tra gli indagati anche il capo anticorruzione del Campidoglio. L'ex terrorista di estrema destra Massimo Carminati era a capo di un vero e proprio sodalizio criminale. Sequestrati beni per un valore di 200 milioni di euro

02 Dic 2014 - 19:41
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Perquisizioni a casa dell'ex primo cittadino romano Gianni Alemanno, alla Regione Lazio e in Campidoglio e nell'ambito di un'inchiesta su un'organizzazione di stampo mafioso. Cento gli indagati, fra cui l'ex sindaco, e 37 le persone arrestate. Tra questi anche l'ex a.d. dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, l'ex a.d. di Ama, Franco Panzironi, e l'ex terrorista dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana, Massimo Carminati.

Mafia, Alemanno indagato: "Io estraneo" Roma: 37 arrestati e cento coinvolti

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© ansa  | Riccardo Mancini 
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Parla Alemanno: "Estraneo alle accuse" - Gianni Alemanno ha diffuso un comunicato in cui dice: "Chi mi conosce sa bene che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre combattute a viso aperto e senza indulgenza. Dimostrerò la mia totale estraneità ad ogni addebito e da questa incredibile vicenda uscirò a testa alta". E ancora: "Sono sicuro che il lavoro della magistratura, dopo queste fasi iniziali, si concluderà con un pieno proscioglimento nei miei confronti".

Indagato il capo anticorruzione del Campidoglio - Tra gli indagati dell'inchiesta c'è anche il responsabile della direzione Trasparenza del Campidoglio, Italo Walter Politano. Per lui l'accusa è associazione di stampo mafioso. Secondo quanto si apprende mercoledì sarà rimosso dal suo incarico.

Coinvolti altri nomi eccellenti - Tra gli indagati dell'inchiesta "Mondo di mezzo" ci sarebbero anche consiglieri regionali e comunali dell'attuale amministrazione e di quella presieduta dall'allora sindaco Alemanno. L'operazione, secondo quanto si apprende, "e solo un primo step e a breve ci saranno altri sviluppi". Tra le persone coinvolte Luca Gramazio, consigliere Fi-Pdl in Regione Lazio, Eugenio Patanè, consigliere regionale Pd, e Mirko Coratti, presidente dell'assemblea capitolina. Tra i soggetti raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare anche dirigenti delle società municipalizzate.

Si dimettono in due - Tra gli indagati risulta poi Daniele Ozzimo (Pd), assessore alla casa, che si è dimesso pur dichiarandosi "estraneo ai fatti". Ma, ha soggiunto, "per senso di responsabilità rimetto il mio mandato".

Ha scelto di dimettersi anche il presidente dell'assemblea capitolina Mirko Coratti, che ha però tuttavia dichiarato la sua "totale estraneità a quanto emerge in queste ore dalle indagini".

Holding criminale - L'organizzazione, secondo gli inquirenti, era una vera holding criminale, con una struttura tentacolare, che spaziava dalla corruzione, per aggiudicarsi appalti, all'estorsione, all'usura e al riciclaggio. Ai 37 la Procura di Roma contesta i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati. Al centro dell'indagine del Ros, un sodalizio da anni radicato nella Capitale facente capo a Massimo Carminati, con infiltrazioni "diffuse" nel tessuto imprenditoriale, politico e istituzionale.

L'indagine è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dai sostituto Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Domenica era stata perquisita la casa del commercialista Marco Iannilli, condannato in primo grado per la truffa a Fastwebe e Telecom Sparkle e coinvolto nel caso Enav.

"Mafia Capitale": "Comandiamo noi" - "Mafia Capitale", così nell'ordinanza viene definita l'organizzazione smantellata, si serviva della politica per realizzare i suoi affari e per gli inquirenti "il manifesto programmatico" è riassunto in una intercettazione: "Perché tanto nella strada comandiamo sempre noi". In un'intercettazione si sente Carminati che dice "perché tanto.. nella strada glielo devi dire a... come ti chiami?... comandiamo sempre noi.... non comanderà mai uno come te nella strada.. nella strada tu c'avrai sempre bisogno".

Trentasette gli arrestati, 8 ai domiciliari - In carcere sono finite 29 persone mentre otto sono state poste ai domiciliari. Gli arrestati, oltre a Carminati e Mancini, sono l'ex vicecapo di gabinetto del Campidoglio Luca Odevaine, l'ex a.d. dell'Ama Franco Panzironi, l'ex dirigente del servizio giardini del Comune di Roma Claudio Turella e il dirigente dell'Ama Giovanni Fiscon.

Pm: Mancini e Panzironi a libro paga dei clan - Nel capo di imputazione che li riguarda, i pm romani scrivono in particolare che Mancini e Panzironi rappresentano "pubblici ufficiali a libro paga che forniscono all'organizzazione uno stabile contributo per l'aggiudicazione degli appalti".

Gli altri arrestati - E ancora, in carcere sono finiti Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Agostino Gaglianone, Salvatore Buzzi, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Sandro Coltellacci, Nadia Cerrito, Claudio Caldarelli, Carlo Maria Guarany, Emanuela Bugitti, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Emilio Gammuto, Giovanni De Carlo. Ai domiciliari Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri, Mario Schina.

Sequestro di beni per 200 milioni di euro - Nell'ambito dell'operazione, la Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro di beni riconducibili agli indagati, emesso dal tribunale di Roma, per un valore di 200 milioni di euro. Gli inquirenti hanno documentato un sistema corruttivo finalizzato all'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati.

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