DOPO LA SENTENZA

Mafia Capitale, Pignatone: "In città i clan esistono e non mi rassegnerò mai"

Il procuratore capo di Roma parla dopo la sentenza in cui non è stata riconosciuta l'associazione mafiosa. "Vado avanti", assicura

22 Lug 2017 - 08:24
 © ansa

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"In città i clan esistono e io non mi rassegnerò mai". Così Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma, dopo la sentenza su Mafia Capitale in cui non è stata riconosciuta l'associazione mafiosa. Pignatone ha detto di essersi preso una notte di riflessione "perché le cose si vedono meglio con la testa fredda". Ha quindi ribadito che "non si può accettare l'idea che a Roma la corruzione sia un fatto normale o addirittura utile".

Pignatone, in due interviste rilasciate a La Repubblica e a Il Corriere della Sera, fornisce chiavi di lettura diverse della sentenza. Al quotidiano di Via Solferino dice di non sentirsi sconfitto: "E' crimine organizzato, noi andremo avanti", assicura. A La Repubblica invece ammette di aver perso, ma di non volersi comunque rassegnare.

"Con questa indagine - sottolinea - intendevamo proporre un ragionamento avanzato sul rapporto tra mafia e corruzione. Per altro, muovendoci nel solco della più recente giurisprudenza di Cassazione sull'articolo 416 bis. Ora, il tribunale ha espresso un parere diverso e dunque aspettiamo le motivazioni per comprendere quale è stato il percorso logico della decisione".

"Se si tratta di questioni che riguardano l'interpretazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso o, al contrario, di una diversa lettura e qualificazione del fatto storico che il dibattimento ha provato. Dopodiché, se il tribunale ci convincerà, non faremo appello, altrimenti impugneremo", aggiunge.

Il procuratore capo di Roma ha quindi ribadito che "a Roma le mafie esistono. E lavorano incessantemente nel traffico di stupefacenti, nel riciclaggio di capitali illeciti, nell'usura. Solo lo scorso giugno abbiamo sequestrato beni di provenienza mafiosa per 520 milioni di euro. Sono mafie che incidono pesantemente nella qualità della vita dei cittadini, nella libertà delle loro scelte".

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