Il legale della famiglia: "Accertati i fatti, la ragazza si poteva salvare". Per chiamare i soccorsi si persero 15 ore
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Per la morte di Maddalena Urbani, la 21enne figlia del medico Carlo Urbani che per primo isolò la Sars, è stato condannato a 14 anni di carcere lo spacciatore di origini siriane Abdulaziz Rajab. Il pusher è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. A causare la morte di Maddalena, avvenuta il 17 marzo 2021 nella casa di Rajab, in zona Cassia a Roma, fu un mix letale di droghe e farmaci.
"Quello che interessava alla famiglia era che venissero accertati i fatti e capire che, se soccorsa, la ragazza si sarebbe salvata", evidenzia Giorgio Beni, legale della famiglia della vittima, insieme a Matteo Policastri. "Hanno avuto oltre 15 ore per chiamare i soccorsi ma lo hanno fatto solo quando era morta", aggiunge. I giudici della prima Corte d'Assise di Roma, hanno riconosciuto l'impianto accusatorio della procura e disposto una provvisionale di 170mila euro per la madre e il fratello della vittima.
Maddalena era figlia del medico che nel 2003, fu il primo a identificare il virus della Sars, "polmonite atipica" scatenata da coronavirus. Quando Urbani contrasse la Sars aveva 46 anni. Subito si mise in auto-isolamento e grazie alla sua prontezza, lui e altri quattro operatori sanitari furono gli unici decessi per Sars osservati in tutto il Vietnam, che fu il primo paese del Sud Est asiatico a dichiararla debellata. Morì a Bangkok, dopo 19 giorni di isolamento. Consulente dell'Oms e presidente in Italia di Msf, nel 1999 ritirò a Oslo il Nobel per la Pace per l'impegno dell'organizzazione e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo insignì dell'onorificenza della Gran Croce d'Onore dell'Ordine della Stella d'Italia.