Soddisfatta della sentenza della Suprema Corte la mamma del 31enne ucciso: "Volevo la verità e l'ho avuta"
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E' stata confermata dalla Cassazione la condanna a 16 anni di reclusione nei confronti dell'ultrà romanista Daniele De Santis, colpevole dell'omicidio di Ciro Esposito, il giovane napoletano ucciso a Roma poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli del maggio 2014. La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso di De Santis contro il verdetto di appello che gli aveva già ridotto la condanna da 26 a 16 anni di carcere.
"Volevo la verità e l'ho avuta - ha commentato Antonella Leardi, la madre di Esposito -. Non mi interessa quanti anni si fa De Santis ma solo che siano state definite le sue responsabilità".
Come sottolineato dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali della famiglia del 31enne ucciso, la Cassazione non ha accolto "il tentativo della difesa di Daniele De Santis di far passare la tesi che l'omicidio di Ciro Esposito fosse un caso di legittima difesa".
La riduzione della pena da 26 a 16 anni non soddisfa però la parte offesa: "E' troppo lieve in relazione a una vicenda così grave, ma la pena al ribasso non è una colpa della Cassazione perché è stata decisa dalla Corte d'Assise. E' importante che sia stato riconosciuto che De Santis era consapevole del fatto che sparando poteva uccidere, cosa che purtroppo è avvenuta".